(…) L’ira dei tifosi dopo l’assurdo pareggio di Cagliari pare incontenibile, tant’è che gira l’hashtag «DiFrancescout».
(…) Ovvio che anche Pallotta e i giocatori siano nel mirino, ma è difficile mandar via un presidente e una squadra intera, e così restano l’allenatore e il d.s. sotto accusa. Il primo, soprattutto, per i cambi fatti due giorni fa e il secondo per il mercato. La dirigenza, comunque, un concetto ci tiene a sottolinearlo. Fino allo sciagurato finale, la squadra (come contro l’Inter) è stata viva, ma questo ovviamente non può essere un viatico per l’avvenire. I 20 infortuni muscolari (e quindi la preparazione poco convincente), il gioco poco attraente e la mancanza di personalità mettono in discussione il lavoro dell’allenatore, così come il mercato, in alto loco, abbia un po’ deluso. Così la posizione di Di Francesco resta in bilico, tant’è che sarà decisiva la partita di domenica contro il Genoa. La vittoria è d’obbligo, altrimenti possibile l’esonero, con Paulo Sousa in vantaggio su Blanc, anche se Montella è stato offerto. Sul fronte plebiscitario evocato prima, inutile dire che la pancia del tifo sognerebbe Conte, ma l’allenatore cerca un progetto di tipo diverso. Prima del Genoa, però, c’è il match di mercoledì contro il Viktoria, che sarà affrontato con parecchie riserve, vista l’inutilità per la classica (ma un successo porterebbe in cassa 2,7 milioni). Perciò, a meno di brutte figure, il giorno della verità sarà col Genoa. (…)