Ritorno al futuro. Via Eusebio Di Francesco, torna Claudio Ranieri: l’ennesimo ribaltone della Roma è servito. Ed è solo l’inizio, perché a brevissimo, questione di giorni, sarà anche Monchi a dire addio, lasciando spazio a un altro direttore sportivo, che a sua volta dovrà scegliere il nuovo allenatore. Sì, perché Ranieri ha accettato di guidare i giallorossi fino a giugno, con la promessa di trovare insieme alla società una collocazione diversa a Trigoria da dirigente.
Il tecnico testaccino, 68 anni da compiere a ottobre, sbarca stamattina a Roma (ha provato a partire da Londra ieri sera con un volo privato) ed è stato scelto per due motivi: 1) dare una scossa alla squadra, lui che è specialista in «riparazioni» entrando in corsa, per centrare la qualificazione in Champions; 2) era uno dei pochi disponibili a traghettare la Roma per tre mesi e mezzo, consentendo quindi ai dirigenti di avere una scelta più ampia in estate. A partire da Sarri, che qualora venisse esonerato dal Chelsea sarebbe la prima scelta. Paulo Sousa intanto ha firmato col Bordeaux mentre Donadoni ha fatto sapere dagli States di non essere interessato a un incarico ad interim.
La soluzione per tamponare l’emergenza è arrivata quasi per caso: appena nove giorni fa Ranieri trovava l’accordo per la risoluzione consensuale col Fulham. Era tornato in Premier dopo l’impresa leggendaria a Leicester ma non è riuscito a risollevare i «Cottagers», l’anno scorso un campionato senza infamia e senza lode a Nantes, tutto si aspettava tranne di dover tornare a Roma ma appena ricevuta la chiamata, prima di Baldini (contatto precedente a Porto-Roma) e poi dagli altri dirigenti «ufficiali», compreso Totti con cui è rimasto in buoni rapporti, non ha potuto dire di no. Troppo l’affetto perla sua squadra del cuore, nella città dove vive la figlia e passa molto tempo la moglie.
Ranieri porterà con sé solo due collaboratori: Paolo Benetti, il fidato vice nonché cognato, e Carlo Cornacchia, ex compagno dell’allenatore a Cagliari e Napoli. Il resto dello staff sarà formato dai preparatori già presenti a Trigoria – non quelli più stretti di Di Francesco – compreso l’allenatore dei portieri Savorani.
Intanto ieri è arrivato il benservito a Eusebio, esonerato ufficialmente dopo l’allenamento con ringraziamento di Pallotta sul sito. In realtà era già tutto finito a Porto, dopo la gara l’abruzzese sapeva di essere virtualmente esonerato, addirittura qualcuno pensava a un cambio in panchina anche in caso di passaggio del turno come dimostra il contatto anticipato con Ranieri. Per questo il tecnico non ha parlato nel post-partita e si è isolato sul pullman, mentre nessun dirigente si esprimeva ufficialmente sul futuro della panchina. Gli è rimasto vicino fino in fondo Totti, seduto a fianco a lui sia all’uscita dallo stadio che ieri sul pullman dopo lo sbarco a Fiumicino. Poi anche l’ex capitano ha dovuto pensare al futuro.
Così non si poteva andare avanti, la Roma non è più una squadra da mesi e non sono bastati gli attestati di stima dei giocatori nei confronti di Di Francesco, sinceri ma tardivi. De Rossi ha parlato a favore dell’allenatore quando il dado era ormai tratto e insieme ai compagni lo ha salutato commosso ieri al termine della seduta di scarico a Trigoria al rientro dal Portogallo, diretta dallo staff.
“Il destino ha detto questo” la frase amara di commiato pronunciata da Di Francesco, che ha un contratto fino al 2020 che vale ancora 8 milioni lordi circa, mentre Ranieri fino a giugno dovrebbe arrivare a prendere intorno al milione netto, includendo alcuni bonus legati all’eventuale piazzamento in Champions. La presenta zione alla stampa è prevista domenica, alla vigilia del nuovo debutto in panchina a Roma-Empoli.
Monchi lascia invece con due anni d’anticipo rispetto alla scadenza del contratto. E lo fa nel modo più triste possibile: litigata con i tifosi in aeroporto alla partenza da Oporto, agli insulti di una ventina di romanisti inferociti ha risposto “vi verrò a prendere uno a uno tra sei mesi”, salvo poi scusarsi sui social. Ieri ha lasciato Trigoria prima di tutti, segno che ormai è fuori dalla gestione della Roma. Lo aspetta l’Arsenal per rilanciarsi dopo la grande delusione nella Capitale, mentre Pallotta sta valutando se promuovere Ricky Massara come direttore sportivo, affiancandogli magari Totti, ma si valuta, tra gli altri, anche Luis Campos, diesse del Lille, seguito anche da Chelsea e Manchester United.