Pescara-Roma-Firenze-Trigoria. Tante ore di macchina, tante occasioni di pensare. Di analizzare. Di prevedere. Gli chiedono: ha già studiato il Napoli? Eusebio Di Francesco sorride sornione e poi risponde con una convinzione ma- liziosa: «Assolutamente sì». Mancano quattro giorni alla sfida scudetto, che «non è uno spareggio ma per noi è fondamentale», e Di Francesco ha dedicato una mattinata al Firenze Football Festival senza sprecare tempo prezioso: in auto aveva con sé un blocchetto e una penna da allenatore vecchia maniera che ha riempito di appunti e ragionamenti. La tavolozza di un artista nella fase preliminare di un’opera.
PRECEDENTI – Di Francesco ha buoni ricordi del Napoli di Sarri. Sulla panchina del Sassuolo l’ha battuto una volta, «ma in quel momento non aveva ancora cambiato modulo e faceva il 4-3-1-2», e in due cirostanze gli ha imposto il pareggio, uno pure al San Paolo. I due si sono incrociati la prima volta addirittura 9 anni fa in Serie C1, in un Lanciano-Perugia. In quel caso vinse Sarri con uno strano confronto tra 4-4-2. Un altro mondo.
DETERMINAZIONE – Sabato invece sarà una sfida tra due sistemi simili basati sul 4-3-3. «La forza del Napoli è nelle catene di fa- scia, nella capacità di cominciare l’azione da una parte e di concluderla dall’altra» spiega Di Francesco che proprio su questo si è preparato a dovere. La Roma cercherà di disinnescare gli automatismi di Sarri con una partita molto aggressiva e con i reparti cortissimi, anche a costo di abbassare il baricentro. Nella fase difensiva chiederà ai suoi di creare densità nella zona della palla, soprattutto con il contributo atletico di Nainggolan, per chiudere linee di passaggio e nel contempo cercare di ripartire in contropiede. In particolare i due terzini, che dovrebbero essere Bruno Peres e Kolarov, dovranno essere maniacali nell’applicazione e nella lucidità per contenere le percussioni di Insigne e Callejon. Ma sarà fondamentale il ruolo di Florenzi, che dovrebbe giocare di nuovo esterno alto, nel contenimento di Ghoulam che sulla fascia sinistra si trasforma spesso in un’ala aggiunta.
DUELLI – Di Francesco non crede di poter vincere le partite attraverso i duelli individuali. Predilige invece prevalere attraverso i duelli “di zona”, che specialmente a centrocampo possono spostare gli equilibri della partita. Ma poi è chiaro che molto dipenderà dalla vena dei solisti: Dzeko, confortato dalla nomination al Pallone d’Oro dopo la quasi eliminazione della sua Bosnia dal Mondiale dovrà essere più preciso di Mertens nella sfida a distanza tra i cannonieri delle squadre.