Una furia nel gelo: «Avete visto che non è un problema di modulo?». Eusebio Di Francesco entra in sala stampa a testa bassa, di umore tetro. Non serve nemmeno fare domande, ha già in testa quello che vuole dire dopo una sconfitta che gli ha provocato un’enorme rabbia: «Mi dicevate che questa squadra non poteva giocare con il 4-3-3. Ma anche con il 4-2-3-1 abbiamo sofferto per un problema di atteggiamento. Non capisco, non riesco a spiegare come mai si siano viste due squadre diverse: una coraggiosa, concentrata, verticale, nel primo tempo; una nella ripresa in cui non funzionava quasi niente. Non è nemmeno la prima volta che giochiamo ad alti livelli senza continuità nell’arco di una stessa gara. A un certo punto ci siamo messi a gestire invece di insistere, di cercare di concretizzare la nostra superiorità. Perché?».
PIENA – La partita è girata dopo il “buco” di Florenzi che ha lasciato campo a Facundo Ferreyra e ha procurato il pareggio dello Shakhtar: «Sì, è vero, da quel momento è cambiato tutto. Ma è ingiustificabile quanto è successo dopo, al di là di una lettura sbagliata che dispiace perché ha offerto l’occasione di segnare a un centravanti non velocissimo. Di sicuro è ingiusto prendersela solo con Alessandro. Ho fatto due sostituzioni ma erano in tanti a meritare di uscire… Ci sono stati errori assurdi, anche da parte di calciatori che hanno grande esperienza internazionale». Il discorso qualificazione almeno rimane aperto: «E’ un peccato aver perso campo nella ripresa. Devo capire se è stato un problema fisico o di interpretazione della partita. Ci può stare di soffrire su questo campo con lo Shakhtar, qui sono caduti anche City e Napoli. Ma non va bene l’atteggiamento, questa cosa mi fa arrabbiare. Per fortuna la sconfitta è rimediabile, potremo giocarci le nostre carte a casa nostra. Però non si può regalare un tempo in Champions League, abbiamo dimostrato di essere troppo fragili. Non è una cosa che si può accettare».
I SINGOLI – Un giornalista ucraino gli domanda delle amnesie difensive di Ünder, che in effetti Di Francesco ha spesso richiamato durante la partita: «Abbiamo sofferto troppo da quella parte perché Ismaily ci ha creato difficoltà. Però il discorso è sempre di squadra, non di un solo giocatore. E anzi io di Ünder sono molto contento: è un ragazzo spigliato, che osa, e che con quest’altro gol ci tiene in vita per il futuro europeo». Ünder ha segnato su assist di Dzeko, sempre più utile per la squadra che come cannoniere: «Ha avuto due o tre palloni importanti e purtroppo non li ha concretizzati. Ma mi preoccupa di più il numero importante di palloni buttati. Non è questo il calcio che voglio». Alisson è stato decisivo. Ancora una volta: «Va ringraziato. E’ un portiere che fa diventare facili gli interventi difficili: non fa mai tuffi per i fotografi, interpreta il ruolo come piace a me. E’ un grande». Ma cosa aveva detto Di Francesco alla squadra nell’intervallo? «Di continuare così, stavamo andando bene. Stavamo». Chiusura su El Shaarawy e la sorprendente decisione di mandarlo in tribuna: «Scelta tecnica. Mi servivano due centrocampisti e ho preferito mandare in panchina Gerson che poteva fare anche l’esterno, all’occorrenza».