Lo aveva promesso dopo la gara di Verona, che non si sarebbe più fermato, e ieri sera Cengiz Under, ormai per tutti Gengo, ha mantenuto la promessa. Sulla vittoria per 5-2 contro il Benevento, che ha riportato la Roma al quarto posto, davanti alla Lazio e dietro all’Inter terza, c’è la firma del turco: un assist per il gol del 2-1 di Edin Dzeko, il quattordicesimo in stagione, prima di una splendida doppietta di sinistro che ha consentito ai giallorossi di giocare con relativa tranquillità gli ultimi minuti di un match che almeno per un’ora non è stato semplice come ci si aspettava.
Dopo un avvio di stagione difficile, complicato dal fatto che non parlava una parola d’italiano, con tre gol in due gare Cengiz è entrato nel cuore dei tifosi, che infatti ieri sera lo hanno applaudito a lungo quando Di Francesco lo ha tolto per fargli tributare la standing ovation. «Cengiz – le parole del tecnico – è stato bravo individualmente a concretizzare, ma anche a seguire i movimenti che proviamo. È giovanissimo e va aspettato, anche se non siamo abituati a farlo. A me piace lavorare con i giovani, ma qui non c’è la pazienza per aspettarli. Under può diventare un leader in campo, uno che non ha paura di rischiare le giocate». Sulla prestazione della squadra. «Abbiamo creato tanto in fase offensiva, mi infastidiscono i due gol subiti. Questa vittoria deve essere solo un punto di partenza».
L’altro segnale positivo per la Roma, che è tornata a realizzare più di un gol dopo 11 partite, arriva da Gregoire Defrel, a segno su rigore che ha chiesto e ottenuto di calciare, per gentile concessione di Edin Dzeko: l’ultimo centro risaliva al 28 maggio scorso, quando nella sua ultima gara con il Sassuolo mise a segno una tripletta contro il Torino. «Aver segnato è psicologicamente importante per Dzeko e Defrel», chiude il tecnico. A rimettere in carreggiata la formazione giallorossa, dopo l’iniziale vantaggio del Benevento, è stato Federico Fazio, a segno anche contro il Cagliari lo scorso 16 dicembre nell’ultima vittoria romanista all’Olimpico. «Sapevamo – le parole del difensore argentino – che c’era qualcosa che non funzionava, dovevamo solamente lavorare per ricominciare a vincere. Ora avanti così».