Emerson al Chelsea, Dzeko alla Roma. La situazione era già abbastanza chiara da sabato, quando Marina Granovskaia aveva comunicato ai dirigenti giallorossi che non avrebbe aumentato di una sterlina (e nemmeno di un rublo) la proposta contrattuale presentata a Dzeko. Salvo colpi di scena dell’ultimo minuto, è finita. Viceversa, si poteva procedere spediti sull’altra trattativa perché Emerson, appartenendo alla fascia di età 20-25, rientra nella nuova policy di investimenti del Chelsea.
FIRME – E così ieri Monchi ha chiuso la partita più delicata: incassare 20 milioni più 8 di bonus per il suo terzino di riserva. E’ un peccato per la Roma perdere un patrimonio giovane ma nell’ottica del risanamento finanziario non c’era molta scelta: serviva un sacrificio e nell’immediato, avendo in rosa Kolarov, Emerson rappresentava l’opzione meno impattante sugli equilibri della squadra. Il giocatore già oggi è atteso a Londra per le visite mediche e per la firma sul contratto quadriennale da circa 2,5 milioni netti a stagione.
MOVIMENTI – Parte del ricavato dovrebbe essere reinvestita sull’ingaggio di un altro terzino, non per forza un mancino: Monchi sta tenendo in piedi la trattativa con il Barcellona per Aleix Vidal, che sarebbe soprattutto un’alternativa a Florenzi sull’altra fascia, ma non ha ancora chiuso perché le condizioni richieste potrebbero non essere adatte alle esigenze della Roma. Vidal viene valutato 12 milioni ma il punto è un altro: Monchi lo potrebbe prendere solo in prestito con diritto di riscatto visto che dalla prossima stagione (ragionevolmente) avrà a disposizione Rick Karsdorp come terzino destro. A sinistra invece prende corpo l’ipotesi di uno scambio di prestiti con il Genoa tra Bruno Peres e Laxalt, laterale mancino uruguaiano che sostituirebbe Emerson.
RIMANE – Dzeko invece non si è mosso, accontentando Di Francesco che ne implorava la conferma. E’ stata decisiva, come ha spiegato chiaramente l’amministratore delegato Gandini, la sua volontà. Di fronte all’offerta di un contratto poco conveniente (più ricco ma più corto), Dzeko ha privilegiato la felicità di vivere a Roma e di sentirsi importante in una squadra che lo gratifica. Sa benissimo che il suo no al Chelsea lo sottopone a un’assunzione di responsabilità nei confronti della società. Ma nello stesso tempo è consapevole dell’effetto positivo che la sua decisione ha avuto agli occhi dei tifosi: è anche grazie all’affetto ricevuto negli ultimi giorni che ha preferito declinare la corte della signora Granovskaia e di Antonio Conte, che lo avrebbe eletto centravanti da campionato nel periodo più denso di impegni. Nel frattempo il Chelsea, per consolarsi, sta prendendo il francese Olivier Giroud dall’Arsenal.
BILANCIO – La mancata partenza di Dzeko complica fino a un certo punto gli equilibri finanziari della Roma. In ogni caso Monchi avrebbe venduto un calciatore importante entro il 30 giugno, nell’obiettivo del pareggio di bilancio imposto dall’Uefa. Se fosse riuscito a chiudere la pratica-Dzeko, sarebbe arrivato più velocemente al traguardo. Ma se questo cambio di rotta consentisse alla squadra di centrare la qualificazione alla Champions League, la rinuncia non sarebbe stata vana. Anzi.