Vallo a dire a Sarajevo che stasera è solo un antipasto, che la vera sfida tra Edin Dzeko e Dries Mertens ci sarà sabato sì, ma della prossima settimana, all’Olimpico per Roma-Napoli. Prova a spiegarlo a una città che ha preparato, pardon, risistemato per bene lo stadio Grbavica, bombardato durante la guerra, campo di gioco dello Zeljeznicar. Un gioiellino, giusto per l’occasione. L’impianto non poteva ospitare partite internazionali, Dzeko e compagni hanno finanziato il progetto ed eccoci qua, alla partita della vita. Non c’è retorica, c’è la classifica per qualificarsi al Mondiale 2018 piuttosto: la Bosnia ha un bisogno assoluto dei tre punti – e di altri tre martedì contro l’Estonia – per respingere l’assalto della Grecia al secondo posto che vale il playoff tra un mese. L’avversario è il Belgio, che per la Russia ha già il biglietto e alla serata – calcio d’inizio alle 18 – chiede poco, se non festeggiare Jan Vertonghen, difensore del Tottenham, che raggiunge a quota 96 Jan Ceulemans, primatista di presenze con i Diavoli Rossi.
SENZA RADJA – «Qui dove tutto è iniziato», ha scritto sui social Dzeko, postando una foto con i ragazzi dello Zeljeznicar al Grbavica. Lì Edin è diventato calciatore, oggi è il capocannoniere in carica della Serie A, centravanti di una Roma che ha cambiato tanto – da Spalletti a Di Francesco giusto per citare la panchina – ma l’ha tenuto come stella polare del mondo giallorosso. «Sono felice che nel Belgio non ci sia Nainggolan, conosco bene il suo valore, per noi non averlo contro è un vantaggio», se la ride Edin. Magari un modo di innervosire il c.t. Roberto Martinez, che invece questa vigilia l’ha trascorsa a capire come sostituire il suo centravanti titolare, Romelu Lukaku, infortunato. E a Martinez è venuta una pazza idea: copiare Maurizio Sarri. Quel Sarri che, un po’ scherzando e un po’ no, a inizio settimana aveva dichiarato: «Sto cercando di telefonare a Martinez, devo parlargli di Dries, ma non riesco a contattarlo». E sì che al Napoli capolista non dispiacerebbe mica, se i Diavoli Rossi per una sera fossero buoni al punto di risparmiare qualche minuto a Dries. E invece no: Martinez con ogni probabilità stasera schiererà Mertens da centravanti. Nel ruolo che il belga scoprì per caso proprio di fronte a… Dzeko. Napoli-Roma dell’ottobre di un anno fa, Milik è fuori per infortunio, Gabbiadini delude e così a partita in corso Sarri si inventa il falso nove, che di falso invece non aveva niente. Quel giorno vinse la Roma di Dzeko: due gol del bosniaco, che con quella doppietta cancellò gran parte dello scetticismo (al netto di qualche irriducibile ancora critico) dovuto alla stagione precedente.
IN FOTOCOPIA – Doppietta che a Dzeko servirebbe stasera, per un bis con altra maglia, aspettando un altro Roma-Napoli. «Probabilmente lasceremo l’iniziativa a loro, sono una delle nazionali più forti d’Europa – ha detto ieri Edin in conferenza stampa – Ma abbiamo possibilità di vittoria, dobbiamo combattere, se tutti diamo il massimo possiamo farcela. Giocare in questo stadio sarà una sensazione speciale». Sensazioni che magari non dureranno a lungo: «Tra un po’ ci sarà anche una Bosnia senza Edin Dzeko». Un Belgio senza Mertens, invece, Martinez ora non lo immagina. Eppure il materiale in attacco ce l’ha. Ma i numeri qualcosa contano. Quelli di Edin e Dries sembrano fotocopiati: 7 reti a testa in campionato, una ciascuno nei gironi di Champions e 5 gol nelle qualificazioni Mondiali sia per l’uno sia per l’altro. Due modi opposti di essere centravanti, in fondo due pesi specifici diversi per i rispettivi c.t. – Dzeko non ha intorno il ben di Dio che ha Mertens –, ma la stessa enorme capacità di mettere la strada in discesa ai propri compagni. A Sarajevo stasera farà freddo, quasi 15 gradi in meno di quelli che Edin e Dries hanno lasciato a Roma e Napoli. Manica lunga e via, dritti verso la porta. Per una sera, almeno, senza pensare a Di Francesco e Sarri. Per un’altra sera, l’ennesima, con il gol nell’obiettivo.