Non somiglia in nulla al Villarreal dei Forlan e dei Riquelme, ma questo toglie poco ai meriti della Roma, che vince 4-0 in trasferta, timbra già il passaggio agli ottavi di finale e, soprattutto, si toglie le tossine di una gara (l’ormai inutile ritorno) che cadrà tra le sfide contro Torino e Inter. Ossigeno per un gruppo che fa poco uso del turnover perché è difficile cambiare i giocatori che fanno bene. La Roma, in un aggettivo, è «matura». La difesa a tre concede poco e nulla; Strootman è tornato a grandi livelli e De Rossi sembra ringiovanito; Emerson Palmieri è cresciuto tanto; Dzeko è una macchina: 28 gol stagionali, 8 in Europa League di cui è il capocannoniere. A miscelare il tutto, la direzione di Spalletti, ieri attento a preparare la gara e perfetto nel cambio (Salah per un buon El Shaarawy) che, dopo un’ora, ha spaccato una gara indirizzata dal gol nel primo tempo di Emerson Palmieri.
La vera arma del Villarreal è sempre stata la pazienza. Se ne accorse il Napoli, eliminato un anno fa nei sedicesimi, perdendo 1-0 al Madrigal e pareggiando 1-1 in casa. Una squadra che non si vergogna di mettere spesso dieci uomini dietro la linea della palla, disponibile a fare 0-0 per 180 minuti e poi andare ai calci di rigore. La Roma gli è passata sopra come uno schiacciasassi. Nel primo tempo ha scelto di attaccare sulla fascia sinistra, con El Shaarawy e Emerson. Nella ripresa ha fatto fuoco e fiamme con la coppia Salah-Dzeko. L’egiziano, come a Crotone, ha servito un assist perfetto al compagno e, sul 2-0, la gara è sembrata finita. E invece la Roma non ha levato il piede dall’acceleratore. Bisognava chiudere il discorso qualificazione e così è stato. Con una dedica per Florenzi.