Non ci saranno novità fino a fine stagione. Ma mica per niente, perché in testa Edin Dzeko ha solo la Roma. Vuole riportarla in Champions League. Dove nella scorsa stagione ha sognato il tetto d’Europa e dove in questa, invece, è uscita troppo malamente per essere vera. Non è stata una stagione positiva per lui, questa.
Non è stata certo ai livelli della sua prima in Italia, quando non trovava la via del gol e si esponeva a volte a bruttissime figure, ma ha pagato una Roma involuta, quella di Di Francesco, che in campionato ha fatto peggio dello scorso anno, quando le avvisaglie di alcuni problemi che si sono centuplicati dopo il mercato estivo erano offuscate da quelle notti magiche europee che portarono la Roma in semifinale di Champions dopo 34 anni. Si è arrabbiato, troppo, da gigante buono è diventato cattivo, uno che – per citare Totti – se gli pesti un piede è meglio stargli alla larga.
Ha iniziato, palesemente, durante quel Milan-Roma perso all’ultimo secondo, quando si sbracciava e urlava. Una serie di episodi di nervosismo, forse il più grave a Firenze in Coppa Italia nella serata più buia della stagione secondo molti, culminato con la lite di Ferrara con El Shaarawy. Risolta, superata. Con un assist, con un abbraccio, con il campo, come sempre accade nel calcio. Il gol che mancava da un anno all’Olimpico in campionato non ha aiutato. E proprio grazie a una magia di Stephan, uno dei suoi partner ideali, si è sbloccato. Con un gol da tre punti che tiene appesa la squadra di Ranieri alla speranza di entrare in Europa dalla porta principale.
Edin e il club in standby (…)
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FONTE: Il Romanista – G. Fasan