Trentacinque gol e una stagione di soddisfazioni, ma anche 31 anni e un futuro di cui ragionare. La Roma riflette su Edin Dzeko. Se ne sarebbe privata a cuor leggero l’anno scorso, dopo il grigio approccio al calcio italiano, ma potrebbe decidere di farlo un po’ controvoglia l’estate prossima, davanti a un’offerta convincente.
SERENITA’ – E’ prematuro stabilire che Dzeko sia in bilico. E ogni decisione verrà comunque discussa con il giocatore, che non ha mai manifestato l’intenzione di muoversi. Non solo per il contratto che scade nel 2020 ma anche per l’ottimo rapporto che ha stabilito con la città insieme alla famiglia. Resta da capire cosa succederà sul mercato: una società che deve sistemare il bilancio non può escludere a priori la partenza di chicchessia, tanto più se nel nuovo progetto giovani lanciato da Pallotta esiste la possibilità di sostituire un calciatore maturo con uno potenzialmente altrettanto forte.
CONTATTI – Dei 35 gol di Dzeko, di cui 25 in campionato spalmati addirittura su 19 partite, si sono accorti in tanti. In Italia, dopo un contatto con l’Inter ai tempi di Mancini, potrebbe affacciarsi il Milan, che con la nuova società non ripartirà da Carlos Bacca. All’estero Dzeko ha avuto richieste sia dall’Inghilterra, dove aveva giocato con il Manchester City, che dalla Spagna, unico dei quattro grandi campionati che non ha ancora frequentato. E poi la solita Cina: in inverno gli era arrivata una proposta da circa 15 milioni netti all’anno, che ha garbatamente rifiutato per dedicarsi alla Roma e alla rincorsa mondiale della Bosnia. A fine stagione però Dzeko incontrerà i dirigenti, a cominciare dall’ultimo arrivato Monchi, per tracciare un piano comune. Per lasciarlo andare la Roma vuole incassare almeno 25 milioni, che fornirebbero una plusvalenza eccezionale rispetto ai 18 versati due anni fa al City, considerando anche l’ammortamento dello stipendio: Dzeko guadagna circa 4,5 milioni netti, altro motivo per il quale a Trigoria non viene trattato da incedibile. Ma perché si arrivi alla separazione – si diceva – occorre che tutt’e due le parti lo ritengano gradevole: Dzeko e la società.
PIANI – Nell’ipotesi di addio, la Roma comprerebbe non uno ma due centravanti: un titolare e la sua riserva, o comunque due professionisti che possano contendersi il posto da primo attaccante. Viceversa, dentro un giovane che accetti un inserimento graduale. Già prima di chiudere l’accordo con Monchi, la Roma aveva messo gli occhi su Dolberg, centravanti del ‘97 dell’Ajax che ha già fatto partire l’asta internazionale. Ma non è l’unica idea per un ruolo da vice. Monchi riprenderebbe volentieri Antonio Sanabria, che ha sfiorato la Roma ai tempi di Garcia, dopo averlo apprezzato nelle ultime due stagioni giocate nella Liga. Altri profili interessanti, per età e potenziale, giocano in campionati minori: ad esempio Landry Dimata, anche lui ventenne, belga originario della Repubblica Democratica del Congo. Ha segnato 11 gol nell’Ostenda, che lo ha strappato l’estate scorsa al vivaio dello Standard. Cresce velocemente anche Moussa Dembelé, classe ‘96, letteralmente esploso nel Celtic dopo essersi svincolato dal Fulham. Francese di origine maliana, è arrivato a quota 32 reti, 3 delle quali fornite in Champions League. Il problema è che già costa parecchio, come tutti i principali talenti europei. Dall’Argentina infine assicurano che la Roma si sia informata per Sebastian Driussi, passaporto italiano, centravanti del 1996 del River Plate. E a proposito di argentini, piace eccome il Cholito Simeone, che però sembra più in orbita Lazio. Infine occhio a un vecchio pallino di Sabatini, il belga Divock Origi, che a 22 anni non ha il posto fisso nel Liverpool. Può essere un’opzione interessante.