La Roma sbaglia, il Siviglia no. E così Di Francesco incassa una sconfitta nel penultimo test prima dell’inizio del campionato, dopo aver a lungo tenuto in pugno il gioco senza riuscire a concretizzare le potenziali occasioni da gol (se non nel finale quando Dzeko realizza la rete della bandiera). E’ il primo ko del precampionato, che nel complesso resta positivo, ma deve far riflettere nelle modalità: per battere un avversario, soprattutto a livello europeo, serve cattiveria in attacco. E la Roma non l’ha avuta, spegnendo peraltro diverse volte la luce in difesa dove i soli Manolas e Kolarov l’hanno sostenuta fino alla fine.
EMOZIONI – Il tutto dopo un prologo toccante, interamente dedicato allo sfortunato Antonio Puerta. Morto dieci anni fa in campo con la maglia del Siviglia addosso, è stato ricordato tra le lacrime con un video proiettato sui maxischermi e con un enorme pallone aerostatico con l’immagine del difensore e la scritta Eternal 16. I due capitani, Pareja e De Rossi, hanno deposto fiori sul punto dove il calciatore, che aveva appena 22 anni, si sentì male. Fragorosa la partecipazione del Sanchez-Pizjuan, non esaurito per l’occasione ma quasi, e commosso il grande ex Monchi, che per la prima volta nella sua vita non ha potuto cantare dalla tribuna l’inno sevillista.
IN CAMPO – Di Francesco, come era prevedibile, ha schierato per dieci undicesimi la Roma che ha immaginato per l’esordio in campionato. Il suo unico dubbio era e forse resta il centrale difensivo da affiancare a Manolas. Ieri ha provato Hector Moreno, dopo che per tutto il precampionato aveva puntato su Juan Jesus, e le cose non sono andate benissimo. Nel Siviglia invece il nuovo tecnico Berizzo ha scelto solo l’ex interista Banega, qui molto coccolato per la decisione di tornare, tra gli ultimi acquisti. Per gli altri potrebbe esserci più spazio la prossima settimana, in occasione del preliminare di Champions League contro l’Istanbul.
DUE VOLTI – Costretta a una partenza lenta, la Roma ha concesso un paio di gite a campo aperto al Siviglia nei primi diciotto minuti (Correa, Ben Yedder, entrambi imprecisi) senza venire a capo dell’aggressività altrui. Ma alla lunga ha alzato il pressing e si è presa il controllo della partita grazie soprattutto ai cambi di marcia di Perotti e Defrel. Se qualche rifinitura fosse stata più precisa, sarebbe anche approdata al gol. Invece il più pericoloso è stato Kolarov, che da lontano sa essere molto fastidioso (anche di destro). L’unica parata di Alisson, viceversa, è arrivata su un tiro poco convinto di Montoya.
ASSALTO – Il secondo tempo è cominciato con la stessa Roma del primo. In tutti i sensi. Defrel, scatenato, è stato fermato dal palo su passaggio intelligente di Kolarov. E il Siviglia, nonostante gli ingressi dei nuovi (l’ex Kjaer e Muriel), è sembrato in affanno. Ma poi è bastata una distrazione a provocare un vero danno per la Roma e a far girare il senso dell’amichevole. Fortuna che prima Alisson su Krohn-Dehli e poi Manolas con un miracolo su Nolito abbiano evitato il peggio. Con la girandola dei cambi l’amichevole si è un po’ addormentata fino alla fiammata di Muriel che ha lanciato in porta il terzino Escudero, nel frattempo diventato capitano. Era quasi la mezz’ora del secondo tempo. Poi c’è tempo per il botta e rispo sta Nolito-Dzeko. Almeno la Roma non è franata.