La lavagnetta che si alza al 26’ della ripresa e quel numero 9, quello di Dzeko, designato a lasciare il campo al 7 di Grenier. Paradossalmente l’ombelico di una partita dominata in largo e lungo dalla Roma è tutto lì, negli insulti ripetuti del bosniaco a Spalletti, impietrito nell’assistere alla reazione di Edin e reo (secondo l’attaccante) di averlo sostituito nel momento della sua rincorsa ai record di gol. È un po’ la capacità della Roma di complicarsi le cose: da una parte la reazione scomposta del giocatore, dall’altra la presunta mancanza di sensibilità dell’allenatore.
IL PERCHÈ – Rabbia, alla fine è stata soprattutto quella. Con un paio di vaffa in diretta televisiva e quella corsa negli spogliatoi, senza neanche passare dalla panchina. Dzeko, del resto, ci teneva da morire a segnare e visto come si erano messe le cose e le tante occasioni, era convinto di poterci riuscire in quegli ultimi 20’. «Lui quest’anno ha fatto tanti gol e forse ieri ne voleva fare altri – ha detto Nainggolan –. Da una parte lo capisco, anche se le scelte di un allenatore vanno rispettate». Già. Anche se di mezzo per Dzeko c’erano un po’ di traguardi personali: il record di gol stagionali (36, con il Wolfsburg nel 2008-09), i 26 di Totti del 2007 e una classifica marcatori in cui Dzeko è ancora in testa con Belotti (25), ma ha visto avvicinarsi Icardi (24) e anche Mertens (22, con Higuain a 23).
«FAI IL FURBO ANCORA?» – Ma cosa ha detto Dzeko a Spalletti? Oltre ai vaffa, anche un «Fai il furbo ancora?». E Spalletti alla fine su questa storia ha il nervo scoperto, tanto che a fine partita litiga anche con Panucci in diretta televisiva. «Per me sei stato poco corretto a cambiarlo mentre lotta per la classifica dei marcatori», gli dice il suo ex terzino. Apriti cielo, Spalletti replica così: «Per me sei tu che sei limitato come pensieri. È l’unico centravanti che ho, ora ho tre partite fondamentali e mi serve che faccia gol in quelle lì per vincerle. Se capisce il suo ruolo bene, altrimenti per me è uguale». Poco prima, invece, su quel furbo Spalletti ci aveva scherzato su: «L’ha detto a me? Davvero? Non me ne ero accorto. Strano, alla fine sono entrato negli spogliatoi e ci siamo anche baciati. È un problema grosso, ora vedrò di metterlo a posto. Dalle immagini si vede che era arrabbiato. Per fortuna che non è venuto in panchina, grosso com’è…».
LA CHIAVE – A conti fatti, la realtà è che anche all’interno della squadra hanno smascherato alcuni giochini del tecnico. E quel furbo non arriva a caso, i giocatori sanno bene che Spalletti finora con la storia dei titoli da vincere per restare ha solo preso tempo in attesa di un’offerta migliore della Roma. Quell’offerta ancora non è arrivata e oggi Spalletti si sta cautelando, cercando di riaprire la porta alla Roma («Il secondo posto è un risultato eccezionale»). A meno che l’offerta non arrivi. Nel caso, arrivederci Roma. E anche Dzeko.