anta attesa e un interrogativo: se la Roma alla fine tenesse Dzeko? Mancano pochi giorni all’inizio del campionato senza che il prefigurato effetto domino, con gli attaccanti che si scambiano maglie come figurine, abbia mai preso corpo: da Dybala a Icardi, da Higuain a Milik, sono tutti rimasti fermi ai blocchi di partenza. E così tra i dirigenti della Roma si sta affacciando la trasgressiva idea di non cambiare il centravanti, che il nuovo allenatore Fonseca ritiene ideale per il suo gioco.
Al momento la cessione all’Inter resta probabile, perché la volontà di Dzeko è stata espressa chiaramente, ma Petrachi non ha ancora in mano il sostituto. Né ha ricevuto da Marotta una proposta tale da far tremare i polsi: ai richiesti 20 milioni l’Inter non si è mai avvicinata.
Dzeko resta alla Roma? Pallotta riflette Da questi presupposti, tutelati da un contratto in essere, nascono le riflessioni di Pallotta, che tra l’altro stima anche umanamente Dzeko. Lasciar partire un giocatore così importante, il migliore in campo di quasi tutte le amichevoli estive, rappresenterebbe un impoverimento tecnico difficile da neutralizzare negli ultimi giorni del mercato.
E senza una congrua offerta sarebbe anche un segno di debolezza nei confronti dell’Inter, che ha raggiunto da almeno 4 mesi l’accordo con Dzeko. In una situazione analoga, per dire, il Tottenham non ha dato Alderweireld alla Roma, nonostante la scadenza 2020.
Roma, su Dzeko c’è la svolta della società Se davvero Dzeko rimanesse alla Roma, ipotesi a questo punto credibile, sarebbe una svolta filosofica epocale per la gestione americana. Dal 2011 in poi la società ha sempre lasciato partire chi voleva partire. Sia con Sabatini che con Monchi. E anzi in molti casi, ingolosita dalle plusvalenze che servivano (e servono) a far quadrare i conti, è stata la Roma a convincere i giocatori ad accettare di buon grado una cessione che non era nei piani (ad esempio Nainggolan e Strootman, giusto un anno fa).
FONTE: Il Corriere dello Sport