Ora c’è anche l’hashtag, la parola d’ordine da rilanciare sui social: #Stopstadioroma. A cinguettarla ieri su Twitter è stata Carla Ruocco, deputata grillina dell’ala ortodossa: «II parere del Politecnico (sulla mobilità a Tor di Valle, ndr) dipinge scenari catastrofici: arresti per corruzione, interesse pubblico forse viziato, viabilità paralizzata. Una domanda alla giunta capitolina: chi ci guadagna?». La presa di posizione ricalca quella che Roberta Lombardi, ex onorevole 5S e attuale consigliera regionale, ha affidato a Repubblica.
E ieri è stata ripresa anche dal senatore pentastellato Nicola Morra: «Una pausa di riflessione mi sembra doverosa. L’impianto si potrà fare, ma sempre in trasparenza». II triplo colpo allo stadio della Roma complica ancor di più uno scenario già devastato dall’arresto del presidente del consiglio comunale Marcello De Vito, irritando i vertici del Movimento nazionale.
I big 5 Stelle vogliono lo stadio, e così anche il premier Giuseppe Conte. Ma devono fare i conti con i dubbi dei consiglieri capitolini: con cinque defezioni salta la maggioranza. II futuro di Tor di Valle, quindi, dipende tutto dagli umori grillini. I tecnici del Campidoglio, intanto, vanno avanti: si chiuderanno positivamente i controlli sull’iter richiesti dalla sindaca Virginia Raggi (volata ieri in Qatar, dove sono anche i dirigenti della Roma) e oggi ci sarà un nuovo incontro con i giallorossi sulla convenzione urbanistica da portare in aula Giulio Cesare prima delle ferie estive. II voto sarà preceduto da quello sulla delibera dell’ex 5S Grancio e di Fassina di Sinistra per Roma: chiedono la revoca dell’interesse pubblico sull’impianto. Offrendo a chi tra i pentastellati non tifa per lo stadio l’occasione per dare seguito alle uscite di Lombardi, Ruocco e Morra.