E poi senza Dzeko? La bella serata con il Real Madrid, la migliore di tutto questo precampionato, lascia in sospeso la domanda che incombe sull’estate della Roma: il migliore, l’indispensabile, è sempre il bosniaco, attaccante totale, dentro ogni azione pericolosa, regista, centravanti, rifinitore, goleador.
E quando andrà via, destinazione Inter, come sembra ineluttabile, che Roma sarà? Si capisce perché Fonseca continui a dichiarare che «è un giocatore della Roma» fino a prova contraria: senza di lui, tutto potrebbe complicarsi. (…)
E il fatto che il Real ci abbia messo del suo non deve minimizzare i meriti dei giallorossi. Rispetto alle ultime uscite è proprio un’altra Roma che comincia ad assimilare i concetti di Fonseca. Non tutti, soprattutto in fase difensiva c’è parecchio da sistemare, e non pare «colpa» di un reparto quanto questione di equilibrio collettivo: l’impressione è che la Roma quest’anno possa divertirsi con tanti gol, ma far anche divertire i rivali.
Tutto però passa da Dzeko, vero regista a tutto campo: da un suo appoggio, un’idea, un colpo di testa, qualcosa nascerà. (…)
Il doppio svantaggio, però, la dice lunga sulle esitazioni difensive. Pur se timido, quasi dimesso, e con un poco comprensibile 3-5-2 di partenza (improponibile al Bernabeu?), al Real basta un’intuizione di Modric, e una difesa giallorossa sbilanciata, per innescare Marcelo da ala sinistra, taglio e gol. La replica di Under mette in mostra la cosa più bella: la corsa irresistibile di Zaniolo a destra, con assist in mezzo per il turco.
E dopo il secondo vantaggio del Real – Casemiro di testa, in fuorigioco – ecco la risposta immediata di Dzeko che Militao, Varane e Nacho non possono mai fermare. Il Real un po’ sgangherato dei primi 45’ lascia spazio a uno più logico, organizzato in un 4-2-3-1 con Vinicius, Jovic e Hazard trequartisti per Benzema, verosimilmente più vicino a quello che debutterà in Liga contro il Celta. Zidane ne ha di problemi da risolvere, cominciando dall’inserimento di Hazard, dalla vena un po’ esaurita di Modric e da una difesa tutto tranne che blindata. (…)
Più convincente, e con più identità, il 4-2-3-1 di Fonseca (…) Davanti è bello vedere il movimento in verticale di Zaniolo, sempre più Pogba italiano e sempre meglio partendo dal centro, anche se con licenza di muoversi come e dove gli pare. Bella anche la profondità delle fasce, tra Under, Perotti e Kluivert sempre nel gioco. Il problema resta però quello: e poi, senza Dzeko?
FONTE: La Gazzetta dello Sport