La Roma si gode il suo gigante. Edin Dzeko è il grande protagonista di questo avvio di stagione giallorosso. Una partenza da sogno, la migliore della sua carriera nel club capitolino: 6 reti dopo 6 turni di campionato, togliendo la gara rinviata con la Sampdoria a Marassi la media è di 1,2 gol a partita. Un bottino che riesce già a mettere in secondo piano gli ottimi numeri dell’inizio dello scorso campionato quando Edin riuscì a timbrare il cartellino «solo» 4 volte nei primi 6 match (media di 0,66 gol a partita). Le continue punzecchiature di Spalletti lo stimolarono sempre di più e Dzeko riuscì poi a laurearsi re dei bomber a fine stagione con 29 reti. Forse è proprio questo il segreto per far rendere al meglio il centravanti bosniaco e anche Di Francesco non ha impiegato molto tempo per capirlo. Lo sfogo post Atletico dell’attaccante poteva suonare come un campanello d’allarme: «Lo scorso anno ho fatto tanti gol – le sue parole dopo l’esordio europeo contro gli spagnoli – ma penso che in questa stagione sarà più difficile. Anche perché sento la mancanza di Totti e Salah vicino a me. Ora in questo sistema di gioco anche Nainggolan è più lontano, e io non riesco più a toccare tanti palloni». Una frase detta a caldo che non ha spaventato il tecnico abruzzese, bravo a chiudere il caso e a mettere subito in riga in numero 9 («Ha capito di aver sbagliato, ora però deve fare di più per la squadra»).
Detto fatto: Dzeko ha messo da parte i dubbi e le incertezze e ha reagito nel modo migliore, con gol a raffica e prestazioni di qualità. In tre partite contro Verona, Benevento e Udinese ha messo a segno 5 gol di fila, dimostrando con i fatti di essere una colonna portante dell’attacco giallorosso. Una pedina finalmente coinvolta nel gioco dell’allenatore abruzzese, utile anche a far rendere al meglio gli altri interpreti del 4-3-3. Un esempio? L’ultima uscita all’Olimpico – il 3-1 all’Udinese – in cui il bosniaco non si è limitato solo a siglare il suo sesto centro personale ma si è anche messo al servizio della squadra: il 2-0 di El Shaarawy porta anche la firma di Dzeko, capace di saltare un avversario sulla fascia e fornire l’assist vincente al centro per il suo compagno di squadra. Un bomber anche rifinitore. La copertina di questo inizio di stagione non può che essere sua, quella di un leader e trascinatore in campo ma anche di un uomo schivo e riservato nel privato. Recentemente la compagna Amra lo ha reso padre per la seconda volta dando alla luce il piccolo Dani: una grande gioia e una carica in più per Dzeko che mai come adesso si sente a suo agio nella Capitale.
«Siamo una famiglia» ha scritto su Instagram dopo la doppietta con il Verona di 10 giorni fa. «Più gioco e più mi sento bene, mi piace questo modulo: siamo solo all’inizio» ha dichiarato dopo i due gol a Benevento. Insomma, l’aria è cambiata. Sembra lontanissima la sua prima stagione giallorossa, quando la doppia cifra raggiunta tra campionato e coppe (10 gol) non bastò per tenerlo al riparo dalle critiche. La svolta l’anno scorso quando Dzeko si riscoprì bomber di razza chiudendo con 39 gol stagionali in 51 presenze, battendo la sua miglior stagione di sempre (quella delle 36 reti con la maglia del Wolfsburg nel lontano 2008-2009). Adesso è ripartito alla grande e ha ripreso da dove aveva concluso: considerando il finale dello scorso campionato, Edin ha segnato 22 gol nelle ultime 22 partite complessive. Praticamente una macchina da gol. Ora la prova più difficile: continuare a stupire anche in Champions League.