All’orizzonte, nel brevissimo periodo, si staglia il Sassuolo, che domani arriverà all’Olimpico accompagnato da una curiosa statistica: in tre precedenti a Roma ha sempre pareggiato. Ma la Roma ha già la testa oltre, senza offesa per il vecchio amico Di Francesco: per salvare la stagione, almeno agli occhi dei tifosi delusi, non basterà mettere al sicuro il secondo posto. Servirà spostare le energie rabbiose della rimonta fallita al Lione sul derby di Coppa Italia, in programma il 4 aprile, nonostante il tosto 0-2 dell’andata.
GESTIONE – E così Spalletti, dopo aver ammesso degli errori di attenzione sul turnover dei giorni più caldi, si prepara a un’oculata distribuzione delle fatiche dei suoi giocatori, con l’idea di capitalizzare al massimo la sosta e un calendario comodo (in sequenza Sassuolo ed Empoli in casa) e rigenerare il gruppo in tempo per il derby. Già domani, rispetto ai titolari che l’allenatore ha definito «spremuti» e alla partita di giovedì, vedremo diverse novità di formazione: oltre al portiere di campionato, che è Szczesny, riavranno un posto da titolare molto probabilmente Emerson, Paredes, Grenier ed El Shaarawy. E in panchina stavolta possono finire tutti, da Nainggolan a Dzeko, da Fazio a Salah, perché la principale necessità adesso è entrare in pista con sufficiente benzina nel serbatoio.
ATTESA – Ma il momento più delicato verrà durante la pausa perché molti giocatori lasceranno Trigoria per raggiungere le rispettive nazionali. Tra questi Nainggolan, richiamato dal Belgio in compagnia di Vermaelen dopo due esclusioni di fila, ma non Dzeko, che non potrà giocare con la Bosnia (contro Gibilterra) per squalifica. Una buona occasione per rifiatare, a ridosso del compleanno numero 31 che ha celebrato ieri senza grande gioia a Trigoria con Fazio, l’altro festeggiato di giornata al compimento dei 30 anni.
RIPRESA – L’umore del resto non poteva essere dei migliori per i giocatori, bocciati seppure di poco all’esame europeo. Ieri Spalletti non ha fatto grandi appunti alla squadra, che contro il Lione è stata in partita fino alla fine, ma ha ripreso Bruno Peres, con il quale già c’era stato un confronto in diretta. Al momento del cambio, il giocatore è andato subito in panchina senza stringere la mano a El Shaarawy (solo un cenno d’intesa da lontano) e soprattutto all’allenatore, che se ne è accorto qualche secondo più tardi e lo ha raggiunto, pretendendo che si alzasse e gli desse la mano. Bruno Peres manifestava un chiaro disappunto per il cambio tanto è vero che, quando gli è stato offerto perché si riparasse dal freddo, ha gettato via il giaccone e si è seduto di fianco all’altro brasiliano Juan Jesus. Questo comportamento, nell’ottica di Spalletti che non digerisce i «musini», potrebbe spingere Bruno Peres tra le riserve contro il Sassuolo. E non per turnover.