Oggi Stephan El Shaarawy era presente al Nile Store di Via del Corso dalle ore 18, per presentare i nuovi scarpini “Mercurial Gameover”. Ad aspettare il giallorosso erano presenti fuori dallo Store circa 200 tifosi. Lo stesso ha rilasciato un’intervista:
L’emozione della prima volta all’Olimpico? “Con la maglia della Roma è stata unica, ho segnato contro il Frosinone. Non c’era la curva ma è stato emozionante”.
Puoi dare un consiglio per diventare professionista? “Avere fame. Non arrendersi mai anche quando le cose vanno male. Quando vanno bene non devi esaltarti quando vanno male non devi abbatterti. Avere sempre l’umiltà nell’avere un equilibrio. È difficile arrivare ma rimanere ad alti livelli è più difficile”.
Il tuo idolo? “Kakà, l’ho sempre stimato non solo come giocatore. È umile, ci ho giocato insieme e quando l’ho conosciuto ho visto che è una persona di cuore. È un grande esempio”.
I tuoi inizi? “A quattro cinque anni, avevo troppa voglia di giocare anche se non c’era una squadra. Ho cominciato a Savona, ho fatto lì sei anni e poi mi ha chiamato il Genoa, dove sono rimasto fino all’esordio in serie A”.
Come mai il sopranome Faraone? “Per le origini egiziane, mio padre è nato in Egitto e la prima volta è stata perché ho fatto un’esultanza nelle finali Primavera con l’Empoli. Feci il gol della vittoria e andai a esultare con Perin, lui fece l’airone e io il faraone”.
Quanto conta il feeling con la scarpa? “Parecchio, io questa la uso da quando avevo 15 anni. È stato un valore aggiunto per me, è una scarpa che andando avanti con gli anni è sempre più leggera”.
Cosa avresti fatto se non fossi diventato calciatore? “Sono arrivato in Serie A presto, ho sempre inseguito il mio sogno e non mi sono mai accorto di essere “arrivato”. Non ho mai pensato ad altro. Ora sto cominciando a pensare a cosa fare dopo”.
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