Si è specializzato in gol belli, Stephan El Shaarawy. Quello realizzato sabato scorso contro il Bologna in campionato aveva fatto alzare dalla sedia in tribuna anche Francesco Totti, quello di ieri sera dopo 44 secondi, oltre ad essere il più rapido in Champions League nella storia della società, ha fatto impazzire i sessantamila spettatori dell’Olimpico e messo in discesa la partita della Roma. Il raddoppio verso la fine del primo tempo, con la complicità dell’ex compagno di squadra Ruediger, ha certificato la sua importanza per i giallorossi nelle serate in cui Edin Dzeko, che ha lavorato tantissimo per i compagni, rimane a secco. Per il «Faraone» si tratta dei primi gol con la maglia della Roma in Champions League, manifestazione in cui non segnava dal novembre del 2012, in casa dell’Anderlecht con la maglia del Milan: una serata che difficilmente dimenticherà, così come la (lunga) standing ovation che gli hanno dedicato i tifosi al momento della sostituzione, ad un quarto d’ora dalla fine.
«È un’emozione che non dimenticherò mai – le parole del Faraone a fine partita – il mio momento felice. Ho segnato la mia prima doppietta in Champions League, e poi non capita tutti i giorni di vincere in questo modo contro il Chelsea: è stato bellissimo e ce la godiamo. Ci teniamo stretta questa serata». La vittoria romanista e il sorprendente pareggio dell’Atletico Madrid contro il Qarabag, portano la squadra di Di Francesco in testa al girone, che ora è padrona del proprio destino. «Essere in testa significa tanto per noi, quando sono stati sorteggiati i gironi c’era scetticismo. Poi siamo andati a Londra e abbiamo fatto una grande partita, anche a Baku ma non è ancora finita: c’è un’altra partita importante prima della sosta, pensiamo anche a quella». Dal punto di vista personale l’ex milanista sta vivendo un gran momento, con tre gol in quattro giorni. «È un periodo speciale, è stata una settimana molto intensa e piena di emozioni: sono davvero felice». È felicissimo, ovviamente, anche il tecnico Di Francesco, che ad ogni gol ha esultato come i tifosi sugli spalti. «Sapevamo di dover soffrire, ma anche che avremmo potuto fargli male nelle ripartenze. Il nostro percorso di crescita passa da gare come queste, ripartiamo da qui. Io non devo prendermi rivincite, credo nel lavoro e in quello che propongo: i ragazzi ci hanno messo un po’ a capire quello che gli chiedo, ma ora lo fanno e stiamo migliorando tutti quanti insieme».