A fine stagione, insieme a Monchi, Di Francesco e al suo agente, che poi è il fratello, Stephan El Shaarawy deciderà cosa fare. Restare a Roma e giocarsi il posto, magari con più continuità rispetto a quest’anno, o andare via dopo 30 mesi con più luci che ombre? La sensazione è che a Roma stia bene e, sempre che la società non decida di venderlo, lui voglia rimanere, ma le vie del mercato sono infinite, anche se più brevi rispetto al passato. Prima di arrivarci, però, El Shaarawy vuole concludere al meglio la stagione, magari sfruttando questa sosta che lo vede, insieme a Defrel (il quale però si allena a parte), come l’unico attaccante a disposizione di Di Francesco.
RECORD – Ünder, Dzeko, Perotti e Schick sono in nazionale, a Bologna quindi dovrebbe toccare a lui, che a Crotone non ha brillato in quanto a prestazione offerta, ma ha sbloccato una partita che per la Roma rischiava di diventare molto complicata. Il gol, poi, ha un sapore speciale: è stato il numero 28 in giallorosso e mai, in carriera, aveva segnato tanto con una squadra. Con il Milan si era fermato a 27, adesso la Roma è, anche nei numeri, la società più importante della sua carriera, ma ad Eusebio Di Francesco tutto questo ancora non basta. Lo considera l’esterno ideale per il suo gioco, e non ha avuto problemi a dirlo anche pubblicamente, ma pretende più continuità, non tanto negli allenamenti quanto nei 90 minuti di gara. El Shaarawy, adesso, vuole arrivare in doppia cifra (gli mancano due reti) per la seconda stagione di fila, e anche questo sarebbe un inedito in carriera. In campionato ha fatto 6 gol, due in più di quanti ne aveva realizzati un anno fa a questo punto della stagione. Con Luciano Spalletti la primavera gli portò fiducia e buone prestazioni, a fronte di un rapporto non sempre fluido con il tecnico, la speranza della Roma è che succeda così anche ora, perché per uno come El Shaarawy la serenità mentale è fondamentale. Tra l’altro, sembra proprio che stia attraversando un periodo sereno, appunto, almeno stando alle sue storie su Instagram di qualche sera fa, quando ha pubblicato dei video con degli chef giapponesi che, in un italiano rivedibile, lo hanno chiamato Faraone e gli hanno chiesto la maglietta attraverso una scritta speciale su un piatto.
SOGNI – L’uomo che con la sua doppietta al Chelsea ha regalato ai romanisti una delle notti più dolci dell’anno, adesso sogna pure il Barcellona, con il pensiero a cinque anni fa quando, poco più che ventenne, con il Milan di Allegri al Meazza vinse 2-0 contro i catalani. El Shaarawy non solo giocò benissimo, ma servì anche l’assist a Muntari per il gol della sicurezza, e a fine partita il suo allenatore lo riempì di complimenti per lo spirito di sacrificio messo in campo contro la squadra più forte del mondo. Che, però, si dimostrò tale al ritorno, quando strapazzò il Milan 4-0. E pensare che dopo 10 minuti, quella notte, aveva pure avuto la palla per segnare, ma andò sul pallone troppo morbido. Glielo rimproverò Allegri, glielo rimprovera adesso anche Di Francesco: alla vigilia di quindici giorni di fuoco, la Roma non se lo può permettere e ha bisogno del miglior El Shaarawy.