Meno male che ha recuperato. Perché quando in settimana da Trigoria era filtrata la notizia di un affaticamento muscolare per El Shaarawy, in molti avevamo temuto. Il rischio di non averlo a San Siro, era troppo grande per essere sottovalutato. Soprattutto perché il Faraone è uno di quei giocatori di cui questa Roma non può fare a meno. Mai. Lo ha dimostrato nel corso di tutta una stagione in cui è riuscito a mettersi alle spalle quello che era sempre stato considerato il suo tallone d’achille. Cioè quella mancanza di continuità di rendimento che fa la differenza tra un buon e un ottimo giocatore.
Mai come in questo campionato il Faraone de noantri è riuscito a smentire i luoghi comuni, anzi non tanto comuni, che hanno accompagnato la carriera di questo ragazzo che a qualcuno sembrerà in là con gli anni per il semplice fatto che naviga su questi mari da molto tempo, ma in realtà non ha ancora ventisette anni (li compirà il prossimo ventisette ottobre). Ora è diventato un giocatore completo, bravo in entrambe le fasi di gioco e, nello stesso tempo, con quel feeling del gol che lo ha contraddistinto sin dagli esordi. E che gol. Come quello di ieri sera che per un’oretta ci ha fatto sperare in una Roma vincente (e quarta) a San Siro. Una delle sue azioni classiche, partenza dalla fascia sinistra per rientrare nel campo, conclusa con un destro a rientrare di straordinaria bellezza, un movimento, quello del Faraone, che almeno nella parte finale della sua azione, ci ha ricordato quello che fece il Dieci che ora sta in tribuna quando uccellò Julio Cesar con un cucchiaio da svenire.
Doppia cifra (…)
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FONTE: Il Romanista – P. Torri