Milan-Roma, domani sera, avrà un valore simbolico ancora più importante dei punti in palio a San Siro: per la prima volta, due club di proprietà statunitense si affronteranno nel calcio italiano. E che club, tra l’altro: il Diavolo 7 volte campione d’Europa riceve la fresca semifinalista di Champions. Elliott contro James Pallotta, un fondo d’investimento sfida una proprietà dal background più sportivo. Due mondi diversi, basti pensare al modo in cui hanno fatto il loro ingresso in Serie A: l’hedge fund di Paul Singer – anche per la delicatezza del momento – ha affidato le sue prime parole da leader rossonero a un comunicato molto formale, mentre Pallotta si autodefinì «ancora più pazzo dei tifosi romanisti». (…)
(…) James Pallotta è diventato presidente della Roma nell’estate 2012 e da allora ha collezionato centinaia di milioni di plusvalenze, ma neanche un trofeo. Che poi è quello che gli rimprovera la gente giallorossa. L’ultima contestazione è arrivata ieri con uno striscione appeso al cavalcavia che passa sopra via Anastasio II, riferito alla cessione di Strootman al Marsiglia: «Onore al giocatore che la Lupa rispetta… America’ la nostra maglia non è U$a e getta», si leggeva, col simbolo del dollaro al posto della «s». Aver mantenuto la squadra sempre ai vertici del calcio italiano, evidentemente, non basta per farsi amare. Così come non bastano, per lui, le promesse sullo stadio di Tor di Valle. (…)
(…) Pallotta e Singer sono amici da anni, tanto che quando Pallotta la scorsa estate attaccò la campagna acquisti del Milan cinese («Non hanno i soldi per tutti quegli acquisti, spiegatemi cosa succede al Milan») lo fece in base alle informazioni che gli arrivavano da Elliott. Così come in questa estate è stato chiaro: «Singer vuole riportare il Milan ai suoi livelli, abbiamo parlato di Serie A e di altro. Lavoreremo fianco a fianco per il bene del campionato. Lui può “rubarmi” sei anni di errori e cose come “di chi ti puoi fidare e di chi no”. Con il Milan lavoreremo insieme per riportare la Serie A ad un livello migliore». (…)