Cosa ti ha colpito della città?
“È una bella città, mi ha colpito la bellezza dei monumenti, delle piccole cose. Entri nei ristoranti e sono buonissimi”.
Qual è la prima cosa che hai pensato quando hai realizzato di giocare con Totti? “Sono fortunato perché quando non ero nato lui c’era, ho la fortuna di giocare con lui e di allenarmi, lo devo ringraziare”.
Come mai ha scelto il numero 33? “Mi piace il 3, è il numero del mio compleanno, in Brasile giocavo col 3, a Palermo col 13, alla Roma erano occupate e ho preso la 33, sono religioso, sono gli anni di Gesù Cristo”.
Com’è giocare con Dzeko? “So che posso buttare la palla in area e che lui sarà lì per fare gol, anche quando non gioca aiuta molto, anche come persona mi ha sempre aiutato, è una grande persona”.
Come ti trovi con El Shaarawy? “Con Elsha abbiamo un rapporto molto buono, non c’è molto da dire. C’è questa allegria di giocare, vuole fare le cose bene. Lui e Perotti sono due fenomeni”.
Con chi hai legato di più? “È difficile, qui alla Roma è una seconda famiglia, sto vicino ai brasiliani. Con Bruno Peres un po’ di più, abbiamo giocato insieme al Santos un anno e mezzo. Pensavamo di giocare insieme in Europa”.
Con chi dividi la tua stanza? “Prima Gerson, poi quando è arrivato Bruno con lui”.
Chi era il tuo idolo da bambino, puoi dirne più di uno? “Ce n’erano tanti ma dico Ronaldo”.
Per quale squadra tifavi? “Il Santos, come mio padre. Ho giocato alla squadra per cui tifavo, un sogno realizzato”.
Avevi altri sogni? “Il mio sogno è sempre stato giocare a calcio, dalla scuola in poi, non facevo altro. Ho studiato, ma è sempre stato il mio sogno”.
Messi o Ronaldo? “Messi”.
Cosa hai pensato dopo il gol al Villarreal, ci hai pensato…? “Non riesco a rispondere, ho guardato e… quando ho rubato la palla cercavo un compagno per passare il pallone ma non c’era nessuno. Ho pensato di provare ed è stato bellissimo”.
Quanto hai rosicato per la traversa contro il Sassuolo? “Ho visto il video tante volte. Purtroppo non è entrata, sarebbe stato forse più bello, era più difficile rispetto a quella del Villarreal”.
A inizio stagione pensavi che avresti giocato così tanto; io sinceramente avrei detto no… “Dopo quello che è successo contro il Porto non pensavo di giocare così tanto. Dopo il Porto ho continuato a lavorare nello stesso modo, ci sono rimasto male ma l’unica soluzione che avevo era lottare ogni giorno e dimostrare che potevo fare questa cosa, dimostrare il mio carattere. Sono contento”.
Ti aspettavi questa crescita? “Mi conosco, so che posso fare questo, giocare bene. Ma non mi aspettavo così. Mi fido di me stesso, ma una crescita così non me l’aspettavo”.
Cosa ha influito di più? “La mia famiglia”.
Qual è stato il primo sentimento quando hai saputo che potresti essere convocato con l’Italia? “Un momento che mi ha emozionato tantissimo, a inizio stagione si aspettavano tutti che non giocassi, essere accostato alla nazionale per me è un’emozione”.
Un giudizio su Cafu? “Cafu ha vinto un mondiale, è tantissimo. Non ci sono parole”.
È stato duro lasciare il Brasile? “È stato un po’ difficile all’inizio, non volevo lasciare la famiglia, gli amici, la fidanzata. A volte bisogna sacrificare qualcosa per essere felici”.
Quanti tatuaggi hai? E’ vero che hai un tatuaggio dedicato alla play station)“Tre, ma più o meno valgono per 10. Si, uno dedicato alla Playstation, il tasto con cui si tira”.
Ti piacciono i videogiochi? “Sì, il mio gioco preferito è FIFA”.
Tu ti fai giocare nel tuo ruolo? “Certo”.
La tua canzone preferita? “Te Busco, spagnola”
Ti piace la cucina romana, tutti decono al carbonara ma tu invece? “Sì, il piatto preferito è l’amatriciana. Quando la posso mangiare, la prendo”
Ti piace il sushi? “Sì, tantissimo”.
Sai cucinare? “No, zero (ride, ndr).
Bevi il mate? “No”.
Ti piacciono altri sport? “A me piace il calcio, o guardo partite o gioco alla playstation”.