In attesa del match di questa sera Roma-Sampdoria, ai microfoni di Tuttoasroma.it , abbiamo il piacere di intervistare un ex di queste due importanti squadre.
Loris Boni viene acquistato dalla Sampdoria nel 1971 dove fa il suo esordio in serie A all’età di 19 anni. Nell’estate del 1975 passa alla Roma.
Che ricordi ha dei suoi trascorsi nella Sampdoria? “Venivo da una squadra di serie C e andai a Genova da bambino a circa 17 anni. Alla Sampdoria sono cresciuto, sono stato aiutato a fare un certo percorso, per me è stata una tappa davvero importante anche a livello umano. Questo è il mio ricordo vivo della Sampdoria, la mia crescita come giocatore ma soprattutto come uomo“.
Cosa si prova ad essere un giocatore della AS Roma? “E’ stato come passare dalla scuola superiore all’università. Penso che la Roma sia difficile da raccontare per chi non prova queste emozioni, per chi non ci sta dentro. Io Roma ce l’ho sempre nel cuore, la seguo tantissimo, avrei voluto dare di più ma i tifosi mi hanno sempre nel cuore. La tifoseria romana è imparagonabile a tutte le altre. Chi si mette quella maglia difficilmente viene dimenticato, e questo è stupendo“.
Cosa pensa dell’attuale situazione della tifoseria giallorossa? Pensa che un ritorno del vecchio modo di tifare, come quando giocava lei, sarebbe utile per l’ascesa della squadra? “Sarebbe bene che i tifosi attuali parlassero di più con quelli di una volta, non è una critica ma un consiglio costruttivo. Secondo me dovrebbero ascoltare e capire che il tifo non viene messo a confronto con nessun altra cosa. Leggi o non leggi, torto o non torto, dovrebbero evitare di creare situazioni scomode da non poterli più far entrare allo stadio per sostenere la squadra. I tifosi della Roma sono una parte importantissima per i giocatori. Non vedere la curva sud al completo penso che sia una cosa umiliante e soprattutto dannosa per i ragazzi, perché questi ultimi sanno cosa i tifosi possono dare loro nei momenti di difficoltà o di gioia. Mi auguro che il giovane tifo ascolti il vecchio perché sarebbe davvero utile per loro. Mi auguro, infine, che ci sia maturità da parte dei tifosi per capire che nel calcio ci sono momenti rosei e momenti un po’ più complicati, ma non per questo la squadra va abbandonata“.
Cosa ne pensa lei, da allenatore, della gestione di Mister Spalletti di quest’anno, crede che sarà in grado di far fare il salto di qualità alla squadra? “Io ho sempre allenato tranne in una piccola parentesi di due o tre anni in cui ho lavorato per il Milan come Scouting. Da dieci anni a questa parte mi sono occupato di scuola calcio per bambini in Norvegia essendo un amante di quel paese. Adesso sono tornato qui con entusiasmo dopo una chiamata di alcuni amici che mi hanno proposto di allenare una squadra di dilettanti. Mi sto accorgendo che stare sul campo significa perdere molti anni, ma non riesco ad uscirne mai, amo questo mondo. L’unico mio torto, nella mia carriere da allenatore, è stato accontentarmi ed ora le cose sono molto cambiate e diventa sempre più difficile allenare. Per quanto riguarda Spalletti io penso che lui sia davvero un buon allenatore. La Roma non è facile da allenare, ma soprattutto è complicato gestire un ambiente come questo, trovare quindi un certo equilibrio consono, ma penso che lui lo stia facendo egregiamente e con molta intelligenza, e la Roma sta davvero facendo bene. Mi auguro davvero che continui così“.
Cosa significa per lei il match Roma-Sampdoria? e cosa si aspetta da questa partita? “In questo momento le due squadre si trovano in due situazioni completamente diverse. La Sampdoria è in un momento di anonimato, nel senso che come impostazione di gioco la squadra è molto giovane. La Roma sta vivendo un momento di grandissima positività, anche se chiaramente bisogna che tutte e due le squadre stiano attente essendo questa una partita secca. La Sampdoria forse non ha nulla da perdere ed ha fatto qualcosa di importante arrivando fin qui e non escludo che venga a Roma per giocarsi ogni sua possibilità, e i giallorossi devono sicuramente continuare a dimostrare di essere grandi. Che vinca il migliore!“.
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