Siamo fantastici, noi calciofili. Perchè in fondo pensiamo che il mestiere dell’allenatore sia il più facile del mondo, secondo, al massimo, solo a quello del giornalista, meglio se sportivo. Tutti quelli che si avvicinano al mondo della comunicazione sportiva sono convinti che si può essere (ben) pagati nella vita solo per commentare le partite della propria squadra del cuore, beata illusione. Poi, dopo qualche anno di precariato ad imparare i fondamenti di questo difficilissimo lavoro, i più rinunciano e passano ad altro, magari di più comodo e più remunerato. Ma non smette mai nessuno di sentenziare su quello che deve fare un buon giornalista, così come non smette mai nessuno di dire a quell’allenatore o a quell’altro ciò che avrebbe dovuto fare, per poi inevitabilmente invitare quel dirigente a cacciarlo o a rinnovargli il contratto a seconda ovviamente di dove lo porta l’altalena del risultato. Siamo un po’ tutti Zamparini, in fondo, per poi tornare magari a occuparci di quello che invece dovremmo saper far meglio, e quindi il mestiere che ognuno si è scelto (per il quale, chiaramente, non accettiamo alcun giudizio esterno). (…)
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