E’ entrata in campo viola, è uscita violacea dalle tumefazioni. La Roma ha fatto un’ora di grande calcio, contro una non-squadra. Ha sbriciolato la Fiorentina e solo per un po’ di imprecisione (e qualche buona parata di Tatarusanu) non è finita come il Bologna col Napoli. Prendiamo un solo dato statistico di questa partita per dare un’idea chiara come il 4-0 finale: la squadra di Spalletti è arrivata a tirare da dentro l’area viola per 16 volte. Nemmeno Juve-Pescara dà una cifra del genere. Umiliando la Fiorentina, la Roma ha di nuovo sorpassato il Napoli, riavvicinato la Juve e portato Dzeko in testa alla classifica dei cannonieri. La festa è giallorossa, i dolori solo viola.
ALLA PORTUGUESA… – La Fiorentina del primo tempo sembrava davvero una squadra del calcio portoghese, una di quelle che si trastullano col pallone e non prevedono il tiro in porta. Di sicuro il portoghese Sousa non aveva dato queste disposizioni, ma così ha giocato la sua squadra prima di franare nel baratro dell’Olimpico romanista, dal 30′ al 90′, sessanta minuti di calcio vero da una parte e di calcio da amatori dall’altra. L’unica volta che la Fiorentina ci ha provato è stato con Chiesa, con un pallonetto altissimo, ma l’uscita tempestiva di Szczesny lo ha infastidito e Fazio ha potuto respingere il pallone ben prima della linea di porta.
SOLO ROMA – I giallorossi sembravano spenti e forse questo ha illuso i viola e li ha spinti un po’ più in là del dovuto, un po’ oltre l’equilibrio con cui stavano difendendo dall’inizio del primo tempo. Quando, senza preavviso, la Roma ha alzato il ritmo, la difesa viola ha barcollato ed è franata quasi subito. Prima palla-gol al 29′, con l’azione più bella, assist strepitoso di Nainggolan mandato alle ortiche da Bruno Peres che Borja Valero aveva abbandonato alla sua sorte. Altra occasione due minuti dopo con Dzeko (parata di Tatarusanu), poi il gol del bomber più forte di questa stagione italiana. Il centrocampo viola ha lasciato De Rossi libero al controllo, all’avanzata e al lancio, ma ancora più colpevole è stato Sanchez che, a palla scoperta, ha fatto il movimento in avanti per mettere in fuorigioco Dzeko. Tempo e modo sbagliato del colombiano, il bosniaco si è trovato solo in piena area, ha ringraziato e segnato. Poteva fare il bis poco dopo: con una punizione smorzata dalla barriera viola, la palla gli è arrivata fra i piedi (ormai il rapporto fra pallone e bosniaco è un’unione di fatto) e Tatarusanu ha salvato con un miracolo.
LE ACCELERAZIONI – Alla Fiorentina mancava Kalinic e l’apporto di Babacar, sia per peso fisico che per qualità tecnica, era assai modesto: se una squadra gioca con Dzeko e un’altra con Babacar, la differenza c’è per forza. Alla Roma mancavano Perotti e Salah, ma sugli esterni aveva comunque una supremazia chiara, anche perché Sanchez non poteva reggere El Shaarawy nel duello diretto. Così come in mezzo al campo, dove la pressione di Borja Valero, Badelj e Vecino non era minimamente sufficiente per pareggiare quella di De Rossi, Strootman e Nainggolan quando i giallorossi aumentavano ritmo e intensità. Sousa urlava a Chiesa di rientrare, ma su quella fascia la Fiorentina era messa malissimo.
ANCORA SANCHEZ… – La Fiorentina ha preso anche il secondo gol (come accadrà per il terzo e il quarto) da ragazzi. Gonzalo ha regalato la palla a Dzeko e poi l’ha buttato giù, beccando anche il giallo: punizione dal lato destro di De Rossi, colpo di testa di Fazio, due a zero. Lo marcava Sanchez… Sousa ha cambiato con Ilicic al posto di Maxi Olivera, ora difesa fissa a tre, Bernardeschi ala sinistra, Ilicic trequartista. Ma la Roma non se n’è preoccupata, ha continuato ad attaccare, sfondando di continuo sul lato sinistro, quello più debole dei viola, con Emerson Palmieri ed El Shaarawy. La Fiorentina era letteralmente allo sbando, squinternata e desiderosa solo di chiudere questa partita infernale, continuava a regalare un pallone dietro l’altro a Dzeko e compagni. La Roma invece aveva ancora voglia di far gol e con un contropiede perfetto è arrivata al 3-0 con Nainggolan. Non si è accontentata. Sempre in vena di regali, anche Astori ha ceduto alla pressione di Dzeko che gli ha portato via la palla e l’ha messa in rete.