A Trigoria Paulo Fonseca non vuole che voli una mosca. Dichiarazioni ridotte al minimo, ieri è stato il turno di Fazio che ha ribadito come sarà importante partire forte per avere fiducia, tanto silenzio e tanto lavoro: «Partire col piede giusto è importante, dobbiamo allenarci forte in questo momento».
Concentrazione al massimo, anche col rischio di toni un po’ alti, come accaduto tra lo stesso Fonseca e Leal, il suo tattico di fiducia. Mentre Fonseca plasma la squadra, la società si concentra sulle prossime mosse di mercato. Nel summit andato in scena a Siena tra Pallotta, Petrachi, Baldini, Fienga e il tecnico, si è parlato soprattutto delle strategie. In accordo con i vertici, il ds ha deciso per il momento di mettere in stand-by la trattativa con l’Atalanta per Gianluca Mancini.
Il difensore costa troppo, quasi 30 milioni, e non convince appieno la dirigenza romanista, pronta a insistere per portare a Roma il brasiliano del Torino Lyanco, oppure l’altro granata, Nicolas N’koulou. Il nodo, in questo caso, è rappresentato dai rapporti non idilliaci tra il ds salentino e il suo ex presidente Cairo.
Nel summit di Siena, la società ha deciso anche di tornare alla carica per Toby Alderweireld, 30enne centrale del Tottenham, su cui si sta muovendo in maniera decisa soprattutto Franco Baldini. Nei prossimi giorni è previsto un incontro a Londra proprio tra il consigliere di Pallotta e il club londinese per provare a sbloccare la trattativa, cercando di scendere dalla richiesta di 30 milioni.
Nel frattempo, da Siviglia Monchi insiste per portare in Andalusia Alessandro Florenzi: la società non intende opporsi alla cessione ma per il terzino romano chiede 30 milioni. Per il centrocampo, invece, Petrachi continua a spingere con la Fiorentina per Veretout, ma sta monitorando anche il ventenne del Lille Boubakary Soumaré. Per l’attacco, il nome più caldo resta quello di Higuain. Mentre l’argentino ieri veniva accolto a Torino dall’entusiasmo dei tifosi della Juve nel giorno del raduno, Nedved e Paratici continuavano a lavorare per trovargli una sistemazione.
Nella squadra di Sarri il Pipita è destinato a non trovare spazio, ragion per cui potrebbe decidere di accettare l’offerta della Roma. Il nodo però rimane sempre lo stesso: il pesante ingaggio da 6.5 milioni a cui la punta non vuole rinunciare. A spingere Petrachi a mettere in pausa la trattativa con il club di Agnelli è anche l’empasse sulla cessione di Dzeko, che da mesi ha l’accordo con l’Inter, ma non riesce a raggiungere Antonio Conte a Milano perché l’offerta nerazzurra è ancora troppo bassa.
FONTE: La Repubblica – F. Ferrazza