Alla “sua” Roma il Viperetta ha fatto un gestaccio dopo il pareggio di Praet che i social hanno mostrato a milioni di navigatori sul web con inevitabile imbarazzo e ora anche un’indagine della procura federale. “Scusami Roma ma te dovevo battere, ma sfonneremo anche la Juve…”, le sue scuse post match. Il punto è che la Roma, per il Viperetta, non è solo la squadra del cuore, sta diventando un chiodo fisso. Ogni volta che glielo chiedono, lui ripete: “Comprare la Roma? Magari un giorno…” Una risposta semiseria, nello stile del Viperetta, ma Ferrero non l’ha mai buttata lì solo per stupire. Un pensierino ce l’ha fatto sul serio e l’esperienza di questo triennio con la Samp ha rafforzato il suo pensiero. In fondo, piaccia o no, la sua esperienza come patron ha fatto registrare numeri più in salute di quando accadeva prima con la gestione “generosa” di Garrone. Cero, il prezzo è il rischio di diventare un supermarket perenne di giocatori che ai tifosi non piace. Ma oggi non esistono più i presidenti mecenati alla Moratti, i club sono aziende che si devono automantenere e il mercato è quasi inevitabile se non sei un top club che fa le coppe e ha i super introiti. Quel che Ferrero insomma ha capito è che con un buon management (Romei, Osti, ora Pradè, tra l’altro ex Roma e molto addentro ai circoli romani) e un gruppo di scout e osservatori capaci (da Pecini a scendere), gestire un club può essere un affare sul serio. E figurarsi se è un club che non fattura sui 70 milioni come la Samp ma ben oltre 200 come la Roma.
Da qui la fine del sogno e l’inizio del piano, ovviamente negato e complicatissimo, ma non così blasfemo. Il piano è monitorare con attenzione ciò che avviene sulla Roma “americana” e fare sottobanco alcune valutazioni per potersi eventualmente trovare pronti. Il patron Pallotta da mesi sta dando segni di stanchezza e volontà di dismissione. A fine 2016 uscì la voce della ricerca di un partner al 40% per circa 75 milioni (valore dato dalla Borsa, dove il titolo As Roma è quotato). Poi quell’annuncio fu smentito ma la sostanza non cambia: gli americani sono stanchi, snervati dalla pratica del nuovo stadio, esausti per le proteste dei tifosi e dagli scarsi risultati.
Per questo Pallotta ha incontrato di recente banchieri di Londra, poi i cinesi, quindi è volato a Miami, si dice, da Riccado Silva (MP&Silva, ricco gestore dei diritti tv di tanti campionati di calcio nel mondo). Insomma sta facendo passi che tutti interpretano come la volontà di trovare un successore. E il Viperetta che fa? Per ora niente, monitora e sogna. E parla, ovviamente: pochi giorni fa se n’è uscito con la proposta di “prendere in gestione il Flaminio, perché vederlo abbandonato fa male…”. Perché si è autoproposto? Di sicuro ha un buon feeling con il sindaco Virginia Raggi. E poi forse ha voluto sondare il terreno, vedere la reazione dei suoi concittadini. Reazioni che ci sono state. Le radio giallorosse si sono quasi commosse ricordando ”l’ultima stagione al Flaminio con Radice” : era l’88-89, l’Olimpico in ristrutturazione per i mondiali in Italia. Insomma, il primo punto Ferrero lo ha messo a segno senza neppure faticare.
Ora si tratta di vedere che fine farà la Conferenza dei Servizi dei prossimi giorni per lo stadio pensato dagli americani a Tor di Valle, che sembra più vicino al naufragio che al cantiere. Dopodiché, se Pallotta davvero si è stufato o non vuole più investire, ecco che si potrebbe propiziare il momento perfetto per tentare un affondo. Già, ma con quali soldi? Ferrero ha energia da vendere ma non certo la forza per fare un’offerta sui 150-200 milioni.
Se però vendesse la Samp a 100 come prova a fare da tempo, o la cedesse a qualcuno disposto a subentrargli e trovasse poi gli sponsor giusti, perché non provare a realizzare il sogno? Chissà, forse Ferrero l’ha buttata lì anche a Edoardo Garrone, con cui domenica mattina si è rivisto per un aperitivo: e poi gli sedeva al fianco al Ferraris dopo oltre 2 anni di assenza. La nota vicenda delle fidejussioni di garanzia di Garrone dice che tra i due c’è sempre stato più rapporto di quel che si pensava. L’ex patron, come noto, dal calcio è voluto uscire ma la sua forza economica, o quantomeno i contatti con i potentati economici romani, sicuramente li ha. Oltretutto – particolare curioso – la moglie Anna Pettene prima di Samp-Roma ha fatto selfie con i giocatori giallorossi e con Totti. Non vuol dire nulla, ci mancherebbe, però in questo fantascenario ogni dettaglio va monitorato.