Alessandro, quando tornerai in campo?
“Il ginocchio sta facendo progressi dopo l’infortunio al legamento crociato. Sta andando abbastanza bene e siamo tutti felici per come stanno procedendo le cose. Quello che dobbiamo fare è guardare con attenzione come sta il ginocchio per incrementare i carichi di lavoro”.
Cosa significa la Roma per te? “Il club è come una seconda famiglia, la mia seconda casa. Anche quando ero giovane, sognavo di mettere la maglia di questo club un giorno e ho fatto tutto quello che potevo per realizzare questo sogno. Il fatto di esserci riuscito mi rende molto orgoglioso”.
Francesco Totti potrebbe ritirarsi al termine della stagione. Prenderai la fascia di capitano da lui? “Chissà, magari Francesco continuerà a giocare e non dimentichiamoci che Daniele De Rossi è attualmente il vice capitano. Fa un ottimo lavoro, è un vero leader”.
La Roma può vincere lo scudetto di nuovo dopo 16 anni? “Certamente faremo di tutto per strappare il titolo alla Juventus, ma sarà difficile, nonostante abbiamo una buona squadra e stiamo migliorando”.
Vivi a Roma? “Sì, ma non al centro, in periferia. Roma è una città fantastica, è casa mia. Succede sempre qualcosa qui. Ha tutto: storia, cultura, sport. Non puoi farci niente, con un posto come Roma è amore a prima vista (ride, ndr)”.
Dove si trova la Serie A nella scala del calcio mondiale? “Il nostro campionato sta tornando al top. Stiamo lavorando duro per questo in Italia e penso che tutti i club abbiano questo obiettivo. La Serie A non è ancora al livello della Premier League, ma penso che presto potremo competere piuttosto bene con i migliori campionati del mondo. Top player stanno tornando in Italia e questo dice tutto quello che serve sapere”.
Anche la nazionale può tornare al top? “Certamente. Abbiamo molti giocatori di esperienza, ma anche giovani che vogliono imparare e che si preparano per mettere alla prova le loro abilità. Come i miei compagni più giovani, voglio continuare a beneficiare dell’esperienza dei compagni più vecchi. E il nostro nuovo CT Ventura vuole che giochiamo un calcio attraente. È molto forte tatticamente”.
Il calcio italiano è conservativo e arretrato, come dice Sacchi? “(pensa, ndr) Non arretrato, ma per come sono concepite le tattiche, è certamente conservativo”.
Sulla Coppa del Mondo 2018 in Russia. “Tutti coloro che giocano per la propria nazione vogliono esserci nei grandi tornei. L’Italia ha fatto molto bene agli europei e ha mantenuto quel livello nelle qualificazioni ai mondiali, fino adesso. Ma personalmente, sono concentrato solamente sul tornare in forma. Voglio recuperare completamente prima di pensare al mondiale”.
Antonio Conte ha riportato l’Italia sulla mappa per quanto riguarda gli allenatori. Il suo stile è quello in cui le squadre dovrebbero giocare? “Sicuramente. Non sono sorpreso che conte abbia continuato a fare bene col Chelsea. È un allenatore appassionato e personalmente sono contento che la sua visione e i suoi metodi stiano funzionando anche in Inghilterra. Ha portato avanti il calcio italiano: abbiamo fatto bene agli Europei in Francia, e principalmente per suo merito. Ho un grandissimo rispetto per Conte”.
Sei uno dei giocatori italiani di nuova generazione e un ambasciatore di Fondazione Telethon.
“È una responsabilità di cui mi prendo carico con piacere. Quando qualcuno mi descrive come un giocatore importante che rappresenta il futuro del calcio italiano, mi sento orgoglioso. E per quanto riguarda la beneficenza, sto scoprendo un mondo completamente nuovo come ambasciatore. Aiutare le persone che soffrono di malattie rare dà molta soddisfazione. Sono esterrefatto dalla loro forza, di come affrontino tutti i giorni. Amano anche il calcio e sostengono me e i miei compagni. Avere questo ruolo è il mio modo di dar loro qualcosa in cambio e sono anche io diventato un loro fan, che è una cosa che per me significa molto. Per me è semplice aiutare le persone che nel mondo passano brutti momenti”.
Hai un’ambizione segreta? “No, l’ho soddisfatta quando ho iniziato a giocare in Serie A. Penso di aver ottenuto molto, anche se qualche trofeo in più non farebbe male”.
Sei diventato papà in estate con la nascita di tua figlia. Come ha cambiato la tua vita? “Molto. Stare insieme alla mia futura moglie e la nascita della mia bambina sono le cose migliori che mi siano mai accadute. Diventare papà è qualcosa di speciale. Mia moglie, mia figlia e la mia intera famiglia sono le rocce della mia vita e spero di esserlo io per loro. Almeno qualcosa di positivo è accaduto con l’infortunio: ho potuto trascorrere molto più tempo con la mia piccola Penelope”.
Giocherai ancora alla Roma a 40 anni? “(ride, ndr) Non lo so. Prendo la vita come viene. Giocare per la Roma è un grande onore, specialmente se, come me, arrivi da una famiglia fatta di tifosi della Roma”.