Meraviglia. Non corre ancora ma cammina spedito. E così riesce a sgattaiolare via per primo dalla sala con vista su Roma, senza che neppure il più intraprendente dei cronisti riesca a fargli una domanda. Buon segno, Alessandro Florenzi. Significa che il peggio è passato e che il ginocchio, martoriato da due gravissimi infortuni che gli hanno negato praticamente quasi tutta la stagione, gli lascia speranze per un recupero relativamente rapido. «Non so ancora quando potrò giocare – aveva spiegato poco prima sul palco del convegno di G-Expo – ma di sicuro rientrerò quando starò bene».
SCOTTATURA – La valutazione è saggia, da ragazzo equilibrato e anche un po’ spaventato, visto che la frenesia successiva alla prima operazione, che aveva fissato in cento giorni i tempi di recupero, non lo ha aiutato a riprendersi al meglio fino al secondo crac avvenuto durante un banale allenamento a Trigoria. Stavolta, giustamente, Florenzi intende andare per gradi, senza forzare e senza illudersi, con l’idea di tornare a disposizione della Roma dall’inizio del prossimo campionato. Per ora tutto procede bene nel lavoro di riabilitazione: se non ci saranno intoppi, visto che sono già passati tre mesi dal secondo intervento chirurgico, a breve comincerà la fase di riatletizzazione, premessa necessaria per il ritorno agonistico.
CARICA – Dalla splendida visuale del Cavalieri Astoria di Monte Mario, seduto di fianco a Fabio Capello, Florenzi ha commentato anche il momento della Roma: «Aver battuto la Juventus è un segnale importante. Come ha detto Spalletti, abbiamo dimostrato di essere una squadra tignosa. Ma la vittoria di domenica non conterà niente se non riusciremo a entrare in campo con lo stesso atteggiamento contro Chievo e Genoa». Perché il secondo posto ormai è alla portata della Roma anche se, sottolinea il moderatore Mario Sconcerti, non è mica assegnato lo scudetto… «Finché la matematica non esprime il suo verdetto noi un po’ ci speriamo. Però realisticamente il nostro obiettivo è il secondo posto, che per la società e per i tifosi sarebbe fondamentale. Sarebbe un bel premio per la squadra che ha fatto risultati di grande peso nel girone di ritorno».
ORGOGLIO – Ma lo scudetto è davvero un’opzione ancora credibile? Secondo Raffaele Vrenna, che è il prossimo avversario della Juventus, la sconfitta del Crotone allo Stadium non dev’essere considerata scontata. Tanto più perché i calabresi, impegnati in una clamorosa rimonta-salvezza, nelle ultime sette giornate hanno preso 17 punti su 21 senza perdere mai. Ma è chiaro, realisticamente, che la Juventus non avrà difficoltà a vincere almeno una delle prossime due partite (l’ultima è in casa del Bologna, che non ha obiettivi di classifica). Eppure in città, nel tam tam radiofonico e sui social network, molti tifosi hanno ripreso a sognare, sulla scia del 3-1 che ha ribaltato la situazione degli scontri diretti: in caso di arrivo a pari punti cioè la Roma sarebbe campione d’Italia. E poi tra i romanisti si respira un senso di orgoglio, che può essere raffigurato con l’esultanza di Nainggolan, per aver impedito a 15.000 juventini di festeggiare lo scudetto proprio all’Olimpico, come era riuscito ad Allegri nel 2011 con il Milan sempre alla terz’ultima giornata.
PROSPETTIVE – Male che vada, insomma, la grande vittoria di domenica ha riavvicinato la Roma alla sua gente, in attesa del gala di domenica 28 maggio che servirà a tributare il dovuto saluto a Francesco Totti. Sarebbe sgradevole se l’addio di Totti contro il Genoa non fosse accompagnato da un volo diretto per la Champions League buono per chi verrà dopo Totti.