Che emozione sarebbe giocare in uno stadio del genere? “L’emozione è tanta, me la porto dietro da quando è iniziato questo percorso che la Roma e le istituzioni speriamo portino a termine. Speriamo che questo avvenga il prima possibile”.
Come stai? Quali sono le tue condizioni? “Va tutto bene, si sta proseguendo un programma e ci vorrà il tempo che ci vorrà. Non contiamo i giorni ma vediamo giorno dopo giorno come sto, piano piano rientreremo”.
Giocare nel nuovo stadio della Roma per te è un obiettivo? Totti e De Rossi non ce la faranno, tu invece a livello anagrafico potrai essere il capitano ad entrare in quello stadio. E’ qualcosa a cui pensi o è solo un più? “Francesco ha meno possibilità, ma Daniele, se tutto va come deve andare, forse riuscirà ad entrare da capitano nel nuovo stadio. Sarebbe veramente una bella cosa per lui e per tutta Roma. Intanto pensiamo a costruire lo stadio, poi dopo ci pensiamo”.
Quanto sarebbe importante avere i tifosi più vicini rispetto a quanto succede oggi all’Olimpico? “Secondo me cambia proprio lo scenario di una partita. L’ho provato sulla mia pelle sia da avversario che da allenato dentro uno stadio dove ci sono i tifosi attaccati, si sentono di più. A volte la pista è veramente un minus valore rispetto a quello che possono darti i tifosi stando attaccati”.
Pensi possano dare punti in più? “Assolutamente sì. Dai quel qualcosa in più che magari è inconscio, però quando sono vicini e tutti ti urlano che puoi farcela e che puoi essere più forte del tuo avversario, allora è lì che entra in te una cosa in più, ovvero riesci a fare quel metro in più mentre l’avversario fa quel metro in meno perché magari ha un po’ di timore”