Come vede la Roma in vista della partita contro il Tottenham?
“Penso che abbiamo messo un po’ di allenamenti nelle gambe ma c’è ancora tanto da lavorare. Curare ogni particolare può aiutare i miei ragazzi ad avere qualche certezza in più. E’ quello che stiamo facendo in questo momento, unendo grande intensità ed evitando i momenti morti. Mi piace la grande disponibilità da parte dei ragazzi nel cercare di apprendere i miei desideri”.
E’ soddisfatto di quanto fatto finora? “Sono contento ma per essere soddisfatto manca ancora del tempo. C’è ancora tanto da lavorare ma lo sapevo già dall’inizio. Questa squadra può crescere tanto dal punto di vista collettivo e di sviluppo offensivo”.
I nazionali si sono inseriti con facilità? “Di sicuro ci sono delle qualità individuali già importanti di per sé. Prima che arrivassero li ho chiamati tutti, chiedendo loro di seguire un programma di cinque giorni di allenamento. Si sono presentati nel modo giusto. Era necessario visto che dopo tre giorni avrebbero giocato contro il Paris Saint-Germain. Si rischiava di fare figuracce, invece dal punto di vista dell’atteggiamento la partita mi è piaciuto molto”.
Che risposte si aspetta dalla partita con il Tottenham? “Mi aspetto una crescita, dal punto di vista tattico e di compattezza della squadra. Mi auguro anche di vedere una manovra più fluida, cosa che contro il PSG nel primo tempo non si è vista, ma era anche normale”.
Ci dobbiamo aspettare molte rotazioni nel corso dell’anno? “Dobbiamo partire con questo pensiero. Nel calcio è più facile allenare chi gioca sempre. Noi dobbiamo essere bravi a tenere tutti pronti a subentrare e diventare importanti. Fisiologicamente è quasi impossibile giocare sempre e di questo va tenuto conto. Cercheremo di mettere tanti giocatori di livello all’interno della squadra. La società e il direttore sportivo stanno lavorando molto bene in base alle richieste, non solo mie ma a livello di squadra. Vogliamo far crescere un gruppo, mettendo doppi giocatori per ogni ruolo in modo da aumentare la competitività”.
Per questo passa molto tempo anche con i giovani presenti qui? “Io non so non allenare. Tutti i ragazzi che ho a disposizione li alleno come titolari. Questa è la mia mentalità ed è quello che cerco di trasmettere loro. Poi quando un giovane dimostra di poter stare con i grandi, sono convinto che prima o poi l’occasione gliela concederò”.