La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese) – Ci sono partite che cambiano la storia. Di un club, di un giocatore, ma anche di un allenatore. Quella di stasera se non arriverà a cambiare la storia del Di Francesco tecnico, di certo può dargli una svolta importante. Perché la Roma ai quarti di Champions ci è arrivata solo tre volte (con Liedholm nel 1983-84 – quando era Coppa dei Campioni – e le due volte con Spalletti, tra il 2006 e 2008) e perché entrare tra le otto regine d’Europa aiuterebbe a vedere la stagione giallorossa con una luce diversa. «È una partita importantissima per tutti quanti noi, che non possiamo sbagliare – dice Di Francesco – Fondamentale per ridare slancio a squadra e ambiente dal punto di vista dell’ambizione. La Roma non è abituata ad arrivare a questi livelli, ma per i giudizi finali è troppo presto. Di certo è una partita che non possiamo sbagliare, servirà il desiderio di andare a far male agli avversari, senza essere attendisti».
AGGRESSIONE – Già, che poi è la filosofia della sua Roma, che va sempre a caccia della palla e che vive in pressione se non perenne, di certo costante. Stasera bisognerà giocarla proprio così, con un’attenzione particolare all’equilibrio, perché subire un gol vorrebbe dire doverne segnare almeno tre per passare. «Non è una partita che potremo gestire, dobbiamo vincerla – continua Di Francesco – Il nostro pensiero è sempre cercare di dominare la gara, sapendo però che dall’altra parte c’è una squadra forte, che ha qualità e palleggio. Di certo non possiamo accontentarci di giocare solo per un tempo, dobbiamo avere più continuità nel corso della partita. Già arrivare a 75 minuti fatti bene vorrebbe dire portare a casa un risultato importante. Se fossimo quelli di Napoli, ad esempio, saremmo già a buon punto, visto che quella prestazione è stata una delle nostre migliori in assoluto. Stiamo crescendo, ma dobbiamo farlo in resilienza. La Juventus è un esempio, ma quella mentalità non si costruisce con una sola partita».
CONCENTRAZIONE – Ed anche per questo Di Francesco chiederà concentrazione massima, per non incorrere in nessun errore che potrebbe rivelarsi letale. «Non dovremo fermarci, neanche nel caso passassimo in vantaggio – dice ancora il tecnico della Roma, che pensa a rispolverare il 4-2-3-1 dall’inizio – Ma dovremo anche avere equilibrio ed intelligenza, senza commettere in fase difensiva errori individuali come successo in passato. Non ce lo possiamo permettere». E se nella testa di Di Francesco la formazione è già modellata da un po’, il tecnico della Roma chiude con il suo appello alla gente: «Avremo bisogno dei nostri tifosi, mi auguro che siano il 12° uomo in campo. Ma il mio richiamo non è alla quantità, ma alla qualità della gente. L’importante è che nello stadio, ci sia la percezione della vicinanza del tifo. Pure un applauso su un passaggio sbagliato, per esempio, ci potrebbe aiutare». Anche perché, a conti fatti, è davvero una partita che può cambiare la storia.