Prima giocatore, poi una stagione da team manager, adesso allenatore. La storia di Eusebio Di Francesco alla Roma, iniziata venti anni fa, riprende con un incarico d’eccellenza. Ha lasciato il Sassuolo per quella che definisce «un’occasione unica che sono molto felice di raccogliere». In un club che ha cambiato otto allenatori negli ultimi 8 anni non teme di essere arrivato in una città che ha fretta. «È il calcio in genere che va di fretta, ma sono convinto di poter trasmettere quelli che sono i valori e la conoscenza di questo ambiente che un pochino conosco». Nella sua prima conferenza stampa da tecnico giallorosso Di Francesco appare emozionato, ma nello stesso tempo mostra umiltà e un profilo basso («niente proclami, viviamo di concretezza e speranza») e la convinzione di poter portare il suo credo tattico in una «squadra molto competitiva che ha avuto la sfortuna di trovarsi davanti una Juve fortissima». Dunque un calcio verticale e propositivo «per il quale sono stato scelto». Partendo dal trasmettere entusiasmo all’ambiente. «Ciò deriverà dai nostri comportamenti, dal modo di porci, dalla capacità di essere vicini alla gente, dall’essere sinceri ma allo stesso tempo di fare risultati che sono alla base del calcio. Magari anche facendo divertire, il desiderio di tanta gente che viene allo stadio». Rivela che il primo ad aver chiamato è Daniele De Rossi: «È il mio punto di riferimento, un po’ l’emblema di questa Roma nell’atteggiamento e nel modo di fare». In attesa che Totti decida il suo futuro («a breve darà una risposta alla società. Con Francesco c’è un legame particolare e spero di continuare a lavorarci»).
Seduto accanto al tecnico, il ds Monchi lancia un messaggio ai naviganti nei mari del mercato: «La Roma non è un supermercato, vuole costruire la rosa migliore per i nostri obiettivi. Per Salah, è vero, c’è un’offerta di una squadra inglese (il Liverpool, ndr), ma il prezzo lo facciamo noi». E poi una risposta chiara all’Inter che vorrebbe il difensore tedesco: «Ci sono zero possibilità che Rudiger parta, non ci sono trattative in corso». E lo ripete due volte, nel caso non fosse chiaro. Come dire, vediamo prima la cifra, poi discuteremo.