Già qualificato in Champions e ad un punto dal matematico terzo posto (che potrebbe anche non servire se la Lazio non dovesse vincere con l’Inter) Di Francesco si gode l’abbraccio dell’Olimpico. Che lo ringrazia di una stagione che alla fine non avrà regalato il record di punti ma ha dispensato emozioni, soprattutto in Champions, indelebili. L’immagine però della Juventus che festeggia l’ennesimo scudetto, Eusebio se la sarebbe risparmiata volentieri: «Peccato, se non fossimo rimasti in dieci avremmo potuto fare qualcosa di più. Non siamo stati lucidi nell’andare a concretizzare le tante palle rubate nella metà campo avversaria ma abbiamo avuto un certo predominio del gioco. Stiamo crescendo ma non dobbiamo smettere. Abbiamo provato a vincere, non concedendo nemmeno nel finale occasioni anche se magari loro non hanno voluto forzare». La gara scivola immediatamente in secondo piano. È il futuro che intriga con una domanda che riguarda il presente e il passato: come si fa a interrompere il predominio bianconero? Eusebio accenna la via: «Prima di tutto bisogna cercare di migliorare la squadra per competere con tutti e non solo con la Juve. In sede di mercato, dove faremo insieme delle valutazioni con la società, dovremo essere bravi anche in base a ciò che faranno le altre, perché anche il Napoli ha fatto un grande campionato e cercherà di migliorarsi. Poi entrano in gioco altri fattori che per me hanno comunque una grande importanza. E mi riferisco alla spregiudicatezza, alla convinzione di fare la partita, alla volontà di dare delle regole ben precise a Trigoria e farle rispettare. Non pensando che i giocatori più bravi debbano mettersi sul podio e gli altri a guardare, ma far sentire tutti titolari. Ecco, quest’anno abbiamo cercato di proporre questo tipo di idea e penso che ci siamo riusciti».
RINNOVO, NO PROBLEM – «Ho commesso degli errori che sono fondamentali per crescere e migliorare. L’allenatore deve stare sempre sul pezzo, senza trascurare nulla. C’è chi dice che sono a metà tra Zeman e Sacchi? Il boemo è maestro nella mentalità e nell’atteggiamento. Io comunque non mi sento né zemaniano, né sacchiano, ma di franceschiano. Il rinnovo? E’ l’ultimo dei miei pensieri, sono convinto che troveremo un accordo. Il mio desiderio principale, aldilà del contratto, è continuare qui a Roma, sono convinto che ci sia il desiderio da parte di tutte e due di continuare. Ho fatto più ricco Pallotta? Non ne stiamo qui a parlare, non mi piace parlare di questo. Magari rinforzeremo di più la squadra…». Ride, divertito. E speranzoso.