C’è un filo logico dietro ogni cosa, una linea dettata che può rivelarsi un ottimo metro per capire quanto un gruppo di lavoro segua il suo condottiero. Eusebio Di Francesco e la Roma si capiscono, non c’è stato bisogno di ripetere quella chiacchierata di inizio stagione con i suoi giocatori che indicava la via: «Zero proteste in campo, per favore». Della serie: giochiamo, non facciamoci del male da soli. Risultato: la Roma è la squadra meno ammonita del campionato. Trentaquattro cartellini gialli in 29 giornate, praticamente uno a partita: per dare un’idea, il Napoli è a quota 39, la Juventus a 45. Certo non si vincono premi, con la disciplina. Anche perché è bene distinguere le ammonizioni per falli di gioco e quelle per proteste: le prime possono essere «necessarie», le seconde no. Ecco: dei 34 gialli, solo cinque sono arrivati per proteste. Nulla è casuale, fa sapere Di Francesco. Nulla è casuale di fronte a un allenatore che in 20 mila minuti e rotti in Serie A – ovvero 252 presenze – è stato espulso solo una volta, peraltro per doppia ammonizione. Il numero dei gialli in assoluto del Di Francesco calciatore? Trentaquattro, per chi crede alla numerologia c’è da divertirsi.
BRAVO SCHICK – A rileggere oggi la tendenza, si spiega ancora meglio quanto il tecnico si sia infuriato con De Rossi lo scorso novembre per lo schiaffo a Lapadula, esempio perfetto del «facciamoci del male». Vale in assoluto, chissà se la linea di condotta resisterà anche con il Barcellona. L’attesa in città è alle stelle: ieri in 8 ore polverizzati oltre 30 mila tagliandi, c’è il sold out da parte giallorossa (resta in vendita solo la quota Barça), possibile il record assoluto di incasso (l’attuale è relativo a Roma-Bayern del 2014, 3.722.562 euro). Servirà un Di Francesco cattedratico. Per portarsi avanti col lavoro ieri il tecnico ha tenuto una lezione alla facoltà di Scienzie Motorie dell’università di Tor Vergata, spiegando agli studenti i segreti tattici della Roma. Non proprio tutti i segreti, se è vero che quando gli è stato chiesto come pensava di affrontare Messi, DiFra ha scherzato: «Eh, non posso dire niente, qui ci sono orecchie indiscrete…». Fuori dalla sala l’allenatore ha casualmente incrociato il collega della Lazio Simone Inzaghi, a Tor Vergata per ricevere un premio. Poi ha dichiarato: «Siamo tornati a essere una squadra forte, compatta, equilibrata: questo farà la differenza da qui alla fine, a Napoli c’è stata la svolta. Il Barça? Siamo felici di affrontarlo, dà gusto preparare una gara così. Nessuna paura: ce la giocheremo facendo quello che sappiamo fare, contro la squadra più forte del mondo. E poi avremo la spinta del pubblico, saranno in tanti con noi anche a Barcellona». Poi il capitolo Schick: «Diamogli il tempo di crescere, ha avuto meno chance degli altri ma anche minori possibilità di allenarsi. Le sue dichiarazioni mi sono piaciute, si sta calando nella realtà. Giocare e allenare qui non è facile, dobbiamo meritarcelo».