Come Sarri, più di Sarri. Anzi, il contrario di Sarri. La democrazia di Eusebio porta record, punti e paragoni che fino a un mese fa sembravano impossibili. La prima Roma di Di Francesco, infatti, ha superato il primo Napoli del tecnico campano ottenendo 27 punti in 12 partite. Gli azzurri targati 2015-2016 si fermarono a 25 e al posto della Champions avevano un girone piuttosto semplice in Europa League. Ormai Eusebio è più che un tecnico emergente. È l’allenatore che dopo anni di gavetta e miracoli (oggi il Sassuolo naviga in zona retrocessione dopo aver assaporato l’Europa) ha fatto il grande salto senza schiantarsi, anzi facendo decollare anche quella Roma di comprimari spesso trascurata da Spalletti: da Juan Jesus a Gerson passando per El Shaarawy e Alisson. «Il tecnico dà minuti a tutti e tutti hanno più fiducia aiutando la squadra», ha confessato Manolas. Di differente tra Sarri e Di Francesco c’è proprio l’utilizzo della rosa. Nel Napoli giocano sempre gli stessi soprattutto in attacco: Mertens (1461’), Callejon (1498’) e Insigne (1534’) non si sono mai fermati. In totale sono 11 i giocatori di movimento ad aver sfondato quota 1000 minuti. E le riserve restano tali tant’è che il “non titolare” più utilizzato è Zielinski con 737’.
Nella Roma, invece, sono solo tre gli “over mille”: Kolarov, Nainggolan e Dzeko. Nei due mini cicli giocati fino ad ora (il primo di sei ed il secondo di sette partite), Di Francesco è riuscito a far ruotare ben venti calciatori dando spazio a tutti, senza guardare in faccia all’avversario (lo dimostra l’utilizzo di Gerson contro il Chelsea). Tra quei venti c’è anche Schick che però finora ha giocato solo un quarto d’ora. Se il ceco dovesse esplodere DiFra avrebbe un’alternativa non da poco in attacco. Democrazia contro totalitarismo quindi. Con risultati migliori in Champions e molto simili in campionato (con i 3 punti virtuali nel recupero con la Samp i giallorossi sarebbero a -2 dagli azzurri). Numeri incredibili per un allenatore “emergente” all’esordio in un grande club che ha riportato l’entusiasmo tra i tifosi come testimonia il ritorno alla parola “scudetto” e il sold out di curva Sud e distinti in vista del derby verità del 18. Anche per questo Di Francesco ha deciso di concedere 3 giorni di vacanza alla squadra (nazionali esclusi ovviamente). Lui, Sant’Eusebio, ne ha approfittato per andare a Bologna a trovare il figlio Federico che contro il Crotone ha rimediato una lesione del collaterale mediale sinistro.