Lo spirito di appartenenza. L’identità e l’amore che va anche oltre la passione. Forse è la strada giusta per preparare il derby o forse no, viste le implicazioni classiche che la stracittadina romana comporta per chi la vive di pancia, di sentimento. Quello di sabato, però, oltre ad essere il primo derby da allenatore di Di Francesco sarà anche il primo senza Francesco Totti. Non può certo essere come gli altri, ma parte da una base diversa rispetto agli altri. Almeno rispetto agli ultimi. E, cioè, con un ambiente molto più stretto, vicino, compatto intorno alla squadra. Una Roma più vicina a Roma ed i suoi tifosi e viceversa. Merito di Di Francesco, sicuro. Ma merito anche di chi lavora al suo fianco (leggi Totti) e in modo quasi invisibile continua a disegnare gol e palombelle in grado di fare la differenza.
NIENTE LIMITI – E allora conterà anche questo nel derby di domenica. «La Roma è in crescita – dice Di Francesco – Peccato per la sosta, speriamo di ripartire con lo stesso spirito con cui abbiamo finito. Sarà una partita di alta classifica, Simone Inzaghi sta facendo davvero un ottimo lavoro. Schick è una prima o una seconda punta, che ha dato il meglio di sé partendo dal centrodestra. Il campo è grande, uno bravo come lui saprò dove metterlo. Lo scudetto? Non ci poniamo limiti. Il Napoli ha eccellenti meccanismi e un ottimo allenatore, ma la Juventus è ancora la squadra da battere. Per noi sarebbe bello stare in alto il più a lungo possibile, ma la strada è ancora lunga». In questa strada lo stanno aiutando Morgan De Sanctis (tornato per fare il team manager) e Totti, soprattutto nei rapporti interni. «Francesco non sa ancora cosa fare da grande, il percorso per capire è giusto. L’importante è che non faccia l’allenatore perché qui ci sono io…», chiude Di Francesco scherzandoci su.
LA ROMANITÀ – Del resto, proprio Di Francesco è l’ombelico di un’identità sempre più forte. Meno divisioni, più unità. E ad apprezzare il lavoro dell’allenatore giallorosso è anche un altro pezzo di storia giallorossa come Bruno Conti, attuale coordinatore tecnico del settore giovanile della Roma: «La sua importanza è altissima – dice lui – Aldilà dei grandi risultati ottenuti con il Sassuolo, è tornato uno che conosceva già l’ambiente di Roma sia da giocatore sia da dirigente. Ha portato le sue idee ad un livello più alto e sta facendo molto bene, riportando la romanità che mancava da tanto tempo. E con la semplicità e la sua umiltà sta dimostrando con i risultati di essere un grande tecnico».