Ha pesato la sconfitta in Champions e magari si pensava già a martedì?
“Voi fate i giornalisti, e vedete le partite solo in base alla sconfitta, ma nel primo tempo loro facevano fatica ad uscire e hanno fatto perfino due gol nelle due occasioni che hanno avuto. Bravi loro, ingenui noi, specialmente per non essere riusciti a capitalizzare la mole di gioco che abbiamo creato sia nel primo che nel secondo tempo. La partita però ha avuto un risultato non giusto a mio modo di vedere, viste le occasioni che abbiamo avuto e visto che la Fiorentina si è difesa ad oltranza, com’è giusto che sia. Ma non ho visto un approccio sbagliato della squadra. Siamo mancati a volte nell’andare a prendere l’avversario nella loro metà campo ed in cattiveria sotto porta, che non è poco, e specialmente nel secondo gol ci siamo fatti fregare su un pallone che era già nostro. Detto questo abbiamo commesso delle ingenuità, abbiamo perso, ma io non la giudico una partita totalmente negativa. Negativa per il risultato sicuramente, ma non per quello che si è visto. Ma prendiamo atto del risultato”.
Il turnover nei club che disputano tante partite è necessario. Lei pensa che magari la squadra difetti un po’ in qualità? “Le prestazioni in generale, anche di chi è solitamente titolare, non hanno reso per quello che dovevano. Jonathan Silva aveva un infortunio, è un mesetto che si allena con il gruppo ma se faccio questa scelta è perché non lo vedo ancora pronto. Ricordiamoci che Jesus ha giocato spesso in questo ruolo e non mi sembra che abbia demeritato, anzi: paradossalmente è stato lui a mettere i cross più importanti oggi. Certo, potevamo fare meglio in certe scelte, mi aspettavo di più da alcuni, ma non possiamo gettare la croce addosso a chi gioca di meno perché anche in altre situazioni ci sono stati errori anche da i titolari o presunti tali. Detto questo, io devo tutelare la squadra da qui a fine campionato perché io ho questi giocatori, e cercherò di farli giocare al meglio. Il turnover? Tante volte abbiamo fatto bene, oggi è andata così e me ne assumo le responsabilità”.
Rispetto all’anno scorso a questo punto la Roma aveva 71 punti, e ha segnato 19 gol in meno. Che tipo di riflessione la spingono a fare questi numeri? “I numeri vanno bene quando li date voi ma non quando li do io. Sì, ma l’anno scorso siamo usciti ai preliminari di Champions, siamo usciti dall’Europa League mentre ora siamo ai quarti. Ditele tutte, se le dovete dire. In campionato siamo indietro, è vero, e non sono contento di questo. Avremmo meritato qualcosina in più, ma è anche demerito nostro e inoltre la coppa ti toglie qualcosa. Quando torni alle 4 o alle 5 di mattina poi non puoi pensare di far giocare sempre i soliti calciatori. Se poi dobbiamo pensare di aumentare il numero di giocatori affidabili è certamente un ragionamento che faremo, ma poi i giocatori vanno visti anche all’opera. Sui numeri dico sì, ma ti invito a guardarne tanti altri, anche di oggi, altrimenti si guarda solo ciò che si vuole. Oggi abbiamo costruito, ma mi sento di dire che siamo stati un pizzico sfortunati, abbiamo presi 2 traverse. Ma non mi metto qui a piangere, anche se mi girano: ci sono degli errori, miei in primis, però le cose potrebbero girare anche diversamente. E’ stato così a Barcellona ed è stato così anche oggi, anche con alcune situazioni arbitrali come i rigori a Barcellona oppure la punizione di oggi al limite dell’area dove Dzeko è stato ammonito. Sono cose che poi ci portiamo dietro, e questo non aiuta”.
Nelle 2 partite la Roma ha subito 5 dei 6 gol presi per mancanze proprie più che per meriti dell’avversario. La Roma poi ha perso la maggior parte delle volte in casa: non è che la voglia di attaccare toglie un po’ di equilibrio in difesa? “Abbiamo preso oggi un gol sugli sviluppi di un calcio piazzato dove eravamo sottopalla, poi un altro dove era sbagliato il concetto del passaggio di Fazio. Ma se volete una squadra che butta via la palla e non cerca di fare la partita vuol dire che io sono l’allenatore sbagliato per questa squadra. Credo che quando si vuole dominare e creare bisogna imporre il proprio gioco: se lo fai e vinci hai un’identità, se lo fai e perdi ti toglie qualche certezza. Ma io sono veramente arrabbiato: lo sono con me stesso e lo sono con la squadra, perché non possiamo buttare all’aria tutto il lavoro che facciamo perché siamo poco determinati, e questo nasce anche dalla mentalità che bisogna migliorare negli allenamenti. Però i demeriti sono i nostri, hai detto bene, perché prendere due gol con tre tiri non è un alibi, ma un demerito. Ma non abbiamo preso gol con la linea alta, forse solo il terzo a Barcellona, perché nel resto dei casi eravamo schiacciati e ce li siamo fatti praticamente da soli. Analizzate bene però le partite, solo quello voglio. Ma non mi sembra che fossimo così alti: eravamo aggressivi, e se vuoi esserlo non puoi stare attaccato sotto la tua traversa. Ma così facendo abbiamo recuperato oggi 33 palloni, poi magari per sbagliarli all’ultimo passaggio, ma questo è una questione di qualità non tattica. Credo che abbiamo un grande equilibrio, perché altrimenti non crei i presupposti per recuperare la partita: senza equilibrio sei lungo, sfilacciato, e non crei i presupposti per andare a recuperare. Questo è il mio pensiero di calcio”.