Come quando vivi sulla Luna, ondeggiante tra il miraggio Champions e un campionato che t’eri illuso – chissà come, chissà perché – di poter gestire. Poi ti svegli e la realtà ti sbatte in faccia che all’Olimpico in casa ha perso 6 volte in campionato: solo nel 1947-48 era andata peggio, otto k.o.. C’è tempo per eguagliare questo antipatico record, perché la Roma dà l’impressione di ripetere sempre gli stessi errori. Dice Di Francesco: «È demerito nostro. E io sono incazzato nero, con me stesso e con la squadra. Non si può buttare all’aria il lavoro che facciamo. Tutto nasce in settimana, la cattiveria non si compra da un giorno all’altro, ma si vede in ogni allenamento, lavorando in maniera costante, non alternata. Ieri (venerdì, ndr) mi sono molto arrabbiato con i ragazzi a Trigoria». In campo poi le chance non sono mancate: «Abbiamo tirato in porta più di 20 volte, la Fiorentina tre. E non è un merito, è piuttosto una colpa, oltre che una questione di personalità». Siamo a 557 conclusioni totali, una media di 18 tiri a partita. «Ecco perché mi girano le scatole. Siamo mancati in determinazione, abbiamo commesso ingenuità in fase difensiva, vedi sul secondo gol dove Fazio sbaglia il concetto di passaggio e poi non riusciamo a gestire un pallone su cui eravamo in vantaggio (pasticcio Manolas-Peres, ndr)».
CONFRONTI – Di Francesco è un fiume in piena. A proposito delle sconfitte in casa, rifiuta la possibilità che dipenda da un atteggiamento tattico: «I due gol sono a difesa schierata, a Barcellona ce li siamo fatti da soli…E comunque cerco sempre di proporre gioco, se volete un allenatore che la butta di là, questo non sono io. La verità è che abbiamo recuperato 33 palloni nella metà campo avversaria, poi però sbagliamo l’ultimo passaggio». Rieccoli, i limiti tecnici. «Seconde linee non all’altezza? Quando si perde è facile dire che il turnover non va bene…Jesus ha messo dentro i cross migliori. E comunque fino alla fine ho questi giocatori. Se poi si parla di mettere dentro altri ragazzi all’altezza, sono d’accordo, ma prima devo poter valutare quelli che già sono qui. I punti? Sì, in campionato ne abbiamo pochi. Ma dico pure che l’anno scorso la Roma fu eliminata ai preliminari di Champions e agli ottavi di Europa League, ora siamo ai quarti di Champions. Perché dovrei cambiare il mio pensiero?».