Oggi alle 15 sarà l’ultima sua conferenza pre-partita romana. Poi via, la testa andrà al Genoa e a quella Champions che vuole lasciare alla Roma. Da lunedì, invece, inizierà a pensare all’Inter, al futuro e al modo di dimenticare subito il passato. Luciano Spalletti è in uno di quei momenti che considera fondamentali per la sua carriera, così come sarà fondamentale la scelta del suo sostituto. Sarà Eusebio Di Francesco, a meno di clamorosi colpi di scena, al momento non prevedibili.
LA SITUAZIONE – Di Francesco domani sera vivrà la sua ultima panchina con il Sassuolo, poi tra lunedì e martedì dovrebbe firmare il contratto biennale (da 1,5 milioni di euro a stagione) che lo legherà alla Roma. «Il mio futuro? La risposta arriverà tra domani (oggi, ndr) e lunedì, quando incontrerò la proprietà e valuteremo insieme – ha detto Di Francesco – Voglio fare una lunga chiacchierata con Squinzi, pondererò il mio futuro al di là delle possibilità che ci sono. Ci sarà da riaprire un ciclo, qui ci sono giocatori che non hanno rinnovato e che sono fondamentali. Poi c’è la programmazione che deve continuare, a prescindere che in panchina ci sia io o qualcun altro». Di Francesco è oramai in pole position per la panchina della Roma, molto più avanti di Emery (il suo Psg stasera si giocherà la Coppa di Francia con l’Angers) e Paulo Sousa (che domenica saluterà Firenze, congedandosi col Pescara).
VAI EDIN – Stasera, intanto, alle ore 23 andrà in onda a «I signori del calcio», su Sky Sport 1 HD, una bella e profonda intervista di Edin Dzeko. «Aver segnato 38 gol è stato fantastico, Spalletti da questo punto di vista è stato molto importante – ha detto il bosniaco –. Lui gioca un calcio offensivo e mi ha insegnato come attaccare sempre lo spazio, visto che qui si difende meglio rispetto ad Inghilterra e Germania. Il centravanti più forte? Tolti Messi e Cristiano Ronaldo, che sono speciali, per me negli ultimi dieci anni è stato Ibrahimovic. E in futuro mi piacerebbe essere allenato da Mourinho, molti giocatori che lo hanno avuto mi hanno detto cose speciali di lui». La chiusura ha un lato umano: «Mia moglie è incinta di sei mesi, sarà un maschietto. A lui e a Una (l’altra figlia, ndr) racconterò la mia infanzia e anche la guerra. Impossibile da dimenticare».