Eusebio Di Francesco è su di giri. È stata dura smaltire la sconfitta contro la Juve, ma in questi giorni ha lavorato con entusiasmo insieme ai suoi collaboratori, con la convinzione che la Roma saprà ripartire. Del resto la squadra ha sempre avuto una reazione positiva dopo le precedenti due sconfitte in campionato. Dopo lo stop contro l’Inter ha superato nettamente il Verona e in seguito al ko con il Napoli è andata a vincere a Torino contro i granata. Quella di oggi sarà la partita del cuore, Di Francesco non ha dimenticato cinque anni di passione vissuti a Sassuolo. Per la prima volta affronta da avversario il suo passato, la squadra che lo ha consacrato ad alti livelli come allenatore. «Mi sono emozionato a leggere alcune in- terviste in questi giorni». La stessa emozione che prova quando scorrono le immagini dei successi del Sassuolo, che ha portato addirittura in Europa. «Io, però, ricordo in particolare la promozione in A, il gol di Missiroli che ci permise di conquistarla. Il percorso con il Sassuolo è stato bellissimo e ringrazio tutti, perché in quell’ambiente mi hanno permesso di lavorare al meglio e sono riuscito a formare un grande gruppo». Con Iachini il Sassuolo è ripartito, non è stato fortunato Bucchi, il cui nome era stato suggerito proprio da Eusebio: «Beppe ha dato solidità al Sassuolo, lui è bravo in questo. E’ un martello, ha fatto risultati importanti». Per la formazione di oggi Di Francesco ha una sola certezza: «Schick sarà in campo dall’inizio, ma devo scegliere ancora gli altri dieci». Sprona l’attaccante ceco e lo invita a voltare pagina: «Deve avere la forza di superare l’errore commesso contro la Juve. Schick non è ancora un campione, ma ha qualità e io gli sono vicino. Deve fare tanta strada. L’errore più grande è pensare che abbiamo perso per quell’occasione sprecata contro la Juve, che è una squadra molto forte, al punto da permettersi di lasciare fuori uno come Dybala. La sconfitta con la Juve non è dovuta all’errore di un singolo».
UNA FAMIGLIA – Ora per Di Francesco conta solo vincere: «Ci servono sei punti nelle prossime due partite, per non vanificare la crescita di squadra e ambiente. Sono contento perchè abbiamo fatto grandissime cose, siamo cresciuti molto ed è cambiato tanto nella Roma, ma è facile perdere i progressi fatti. Dobbiamo vincere per riprendere il percorso. Sono stimolatissimo da questa esperienza e a Roma sto bene, mi sento integrato, anche se è molto diverso rispetto a quando ero calciatore. Stiamo cercando di trasformare Trigoria in una famiglia, anche a Sassuolo avevamo fatto questo».
SEGNARE DI PIU’ – Il problema del gol gli toglie il sonno, ma il tecnico indica la strada per venire a capo di questa situazione. «Dobbiamo essere concreti, dimostrando di poter smaltire questo momento di difficoltà a fare gol. Anche se contro la Juve ab- biamo creato diverse occasioni. Mi auguro di creare le stesse occasioni contro il Sassuolo o di crearne meno e magari fare gol». Non cambierà il modulo, si continua con il 4-3-3: «Il sistema di gioco lo fanno i giocatori, a Torino ho messo in campo un 4-2-4 e raramente mi affido al 4-2-3-1. Vedo che creiamo tanto e abbiamo difficoltà a concretizzare, quindi metto dentro giocatori che sanno realizzare. Però abbiamo trovato un equilibrio e cerchiamo di mantenerlo. Io potrò utilizzare il 4-3-3 o il 4-2-4, ma potrei anche optare per i due moduli nella stessa partita. E’ sempre il risultato a fare la differenza, si può dire tutto e il contrario di tutto». E’ concentrato sulle prossime partite, preferisce non trattare l’argomento mercato: «In questo momento parlare di mercato non mi interessa assolutamente, ho tanto da sistemare e devo pensare a portare a casa sei punti, che sono l’obiettivo primario di questo momento. Dobbiamo migliorare se vogliamo mantenerci competitivi, poi magari ne parleremo più avanti. Si può avere un pensiero e poi cambiare in una settimana, no? In questo momento il mercato è l’ultimo dei miei pensieri».