Potevano vivere uno la vita dell’altro, ma non è stato destino. E oggi, alle 15, sotto un temporale annunciato, Pioli e Di Francesco si troveranno faccia a faccia a Firenze, il tecnico viola cercato dall’ex diesse Sabatini nella prima estate americana contro l’attuale romanista che la Fiorentina aveva contattato in passato per affidargli la panchina: «È vero, mi cercarono – conferma Eusebio – e ne sono lusingato, ma è una storia vecchia e sono felice di essere qui, con tutti i pregi e difetti di un ambiente che a me piace». Roma non conosce la «zona grigia», la sfumatura tra l’euforia e la depressione, ed è un’arma a doppio taglio con cui bisogna fare i conti per evitare di passare dal paradiso post-Chelsea all’inferno nel giro di pochi giorni: «L’entusiasmo che si è creato nello spogliatoio ci dà grande consapevolezza, ma non deve portare ad un abbassamento di tensione o ad un atteggiamento di presunzione. Non bisogna sentirsi troppo bravi. Sono convinto che i miei ragazzi interpreteranno la gara con voglia e determinazione, come hanno fatto in Champions». I Blues hanno consumato le energie mentali e fisiche dei giallorossi: «È stata una partita molto dispendiosa, per cui cambierò qualcosa della formazione. Ma è un peccato fermarsi ora per la pausa nazionali. Sono soddisfatto di quello che la squadra ha fatto, ma non mi accontento perché manca una gara molto delicata per concludere questo mini-ciclo. Vorrei – precisa Di Francesco – che continuassimo così piuttosto che migliorare. Ci hanno detto che facevamo pochi gol, ne abbiamo fatti 3 al Chelsea… Dobbiamo proseguire in questa direzione, mettendo a punto determinati meccanismi».
Lo stakanovista Dzeko si è preso un periodo di riposo dal gol e in campionato non segna da oltre un mese (l’ultima rete al Milan), ma il tecnico giallorosso non è affatto preoccupato e ha scoperto di avere un collettivo pronto a sopperire alla minore incisività del suo bomber, quando serve: «Anche il Napoli ha dimostrato di saper fare gol senza Higuain. Sono molto contento dell’atteggiamento di Edin: i gol arriveranno, magari già a Firenze. È nelle sue corde». Ha già colpito due volte contro la Fiorentina nella passata stagione, ma più di lui è Nainggolan ad accendersi quando vede viola: ha segnato 3 gol e fornito un assist in 7 precedenti. Sarebbe il modo migliore per festeggiare la convocazione in Nazionale: «Sono contento, ma prima dovrà fare una grande prestazione con la Roma. Ha ragione il ct Martinez, Radja è un numero 10, ma nel mio calcio corrisponde a una mezz’ala». Questione di punti di vista. Come nel caso della somiglianza tra Florenzi e Zanetti: «Tecnicamente non si prendono, caratterialmente sì: hanno senso di appartenenza e giocano ovunque». El Shaarawy si è dovuto abituare a fare l’esterno a destra, ma col Chelsea ha dimostrato di aver imparato in fretta: «Quando un giocatore matura riesce ad interpretare quello che il tecnico gli chiede. Un allenatore deve addestrare la squadra, qui è come a scuola». Prendere la lode a fine anno è la missione: «Dobbiamo recuperare il terreno perso, non siamo favoriti per lo scudetto, ma – avvisa Eusebio – vogliamo restare attaccati alle squadre lì davanti». Per farlo serve la nona sinfonia, dopo otto vittorie nelle ultime 10 partite con la Fiorentina in A. Al Franchi, dove rischiava di essere di casa, Di Francesco è passato solo una volta col suo Sassuolo la bellezza di 1.279 giorni fa.