Sbagliare è umano, perseverare è diabolico. Eusebio Di Francesco ricorda ancora la partita all’Olimpico del 20 dicembre 2017, in Coppa Italia. Un turnover totale e i soliti sprechi sotto porta (Dzeko fallì anche un rigore) costarono alla Roma l’eliminazione. Avanti il Torino, che era ancora nelle mani di Mihajlovic. Ecco perché l’allenatore abruzzese dice quello che a ogni allenatore costa dire («Ho sbagliato, non rifarei le stesse scelte») e alza il livello dell’attenzione della squadra anche se all’orizzonte, martedì sera, all’Olimpico ci sarà il ritorno degli ottavi di finale di Champions, con la sconfitta per 2-1 contro lo Shakhtar Donetsk da recuperare.
«È una partita che non dobbiamo sbagliare. Sento parlare troppo di Shakhtar e rispondo sulla Champions League solo commentando la partita della Juve: «duri a morire» è la sintesi giusta. Nella sofferenza, contro il Tottenham, ne sono venuti fuori. La resilienza di questa squadra è impressionante, mi auguro che questa mentalità venga trasferita al calcio italiano in generale, a partire dalla mia squadra». Il nuovo Torino di Mazzarri non ruba l’occhio, in quanto a spettacolo, ma è sempre una squadra difficile da affrontare. La vittoria contro il Napoli ha riportato la Roma al terzo posto, ma adesso serve continuità. Ecco perché, al contrario della partita di Coppa Italia, anche con la Champions vicina, Di Francesco farà turnover con il contagocce: «Sicuramente ho cambiato un po’ troppo in Coppa Italia, anche se la gara è stata fatta bene. Abbiamo preso due gol su palla inattiva con troppa facilità per alcune disattenzioni dei miei calciatori. I troppi cambi non hanno avvantaggiato chi aveva giocato meno e in questo senso la responsabilità è solo mia. Mi sono pentito. Questa volta ci saranno dei cambiamenti, ma in modo diverso. Valuterò fino all’ultimo».
Due scelte sono obbligate: Juan Jesus al posto di Fazio e Schick al posto di Dzeko, i due squalificati. Poi, probabilmente, El Shaarawy per Perotti. E stop. «Sto pensando al Torino, seriamente e sinceramente. Farò le mie valutazioni in base a quella che sarà la strada più opportuna per il campionato, poi deciderò per Shakhtar. Tra venerdì e martedì ci sono quattro giorni e si può recuperare. Le valutazioni saranno fatte dal punto di vista tecnico-tattico». Di Francesco è tentato: non vorrebbe toccare il centrocampo che a Napoli ha funzionato così bene. Compreso De Rossi, che ha voluto dare l’ultimo saluto ad Astori prima mercoledì nella camera ardente e poi ieri ai funerali del capitano della Fiorentina: «Daniele, moralmente, era un ragazzo non dico distrutto ma molto giù per quello che è accaduto a Davide, con cui aveva molto legato. Dal punto di vista fisico, però, è tornato a disposizione e potrebbe esserci dall’inizio». Se De Rossi giocherà è sicuro che farà una grande partita proprio in ricordo dell’amico. In ogni caso, chiunque vada in campo, sarà fondamentale riprendere il campionato da dove la Roma lo ha lasciato: dalla vittoria di Napoli: «Deve essere un punto di partenza. Quello che ci è mancato nell’ultimo periodo è la continuità. Per questo non mi accontento. A Napoli ero arrabbiato per aver subito il secondo gol, figuriamoci se sto pensando a una squadra guarita. Dobbiamo dare continuità di risultati e prestazioni. Sono convinto che se manterremo l’atteggiamento di Napoli, per 85 o 90 minuti, possiamo ancora toglierci tantissime soddisfazioni».