Eusebio Di Francesco riparte da Schick. L’attaccante ceco, che a Torino ha avuto sui piedi la palla del pareggio al 94′, sarà titolare oggi pomeriggio all’Olimpico (ore 15) contro il Sassuolo. «Giocherà – le parole del tecnico della Roma – gli altri non li dico. Il gol sbagliato pesa, ma Patrik deve avere la forza di superarlo, è il calciatore a cui sono più vicino: è forte, è un patrimonio della società, può diventare un grande campione. Non è sua la colpa se abbiamo perso con la Juventus». A sei mesi dal suo arrivo, per il tecnico giallorosso è tempo per fare un primo bilancio, senza pensare al mercato di gennaio. «Non mi interessa parlarne ora, sono in sintonia con Monchi: io penso solo a conquistare sei punti prima della pausa, poi più avanti si potrà anche cambiare idea sul mercato. Il bilancio? Non mi do voti, anzi accetterò quelli che mi daranno. Abbiamo fatto ottime cose, ma ci mancano ancora un po’ di cattiveria e un po’ di mentalità, che ha avuto la Juventus contro di noi nella prima ora di gara. Siamo cresciuti tanto, ma non siamo ancora competitivi sotto tutti i punti di vista, questo deve spronare la squadra. In Champions abbiamo fatto qualcosa di straordinario, in campionato siamo in corsa almeno per dar fastidio, per ripartire bisogna vincere, non ci sono altri rimedi». A partire dalla gara contro il Sassuolo: per Di Francesco non può essere una partita come tutte le altre. «Ripensare a loro mi provoca emozioni, ho un amore davvero grande per tutti. Ricordo il percorso fatto insieme, non solo l’ultima parte in serie A: per me è stato fondamentale lavorare lì per essere qui. Iachini sta valorizzando anche il lavoro di Bucchi, è un martello e ha dato solidità alla squadra, ma noi dobbiamo vincere».
Per farlo metterà in campo una formazione particolarmente offensiva, ma senza snaturare la sua idea di gioco. «Buttare gli equilibri e i meccanismi per due partite perse sarebbe un grandissimo errore. Se dovessi cambiare, farei 4-2-4, non 4-2-3-1, che non ho nella mia testa e non mi piace tantissimo». Molto però passa dal ritorno al gol di Edin Dzeko. «Un amico mi diceva che l’attaccante fa gol e il portiere para. È fondamentale che Dzeko torni a segnare, è uno dei calciatori che calcia di più in porta, deve solo trovare il gol perché se si fermerà a 8-10 reti non potremo ambire a qualcosa di importante». Con il 4-3-3 l’escluso in avanti sarebbe quasi certamente El Shaarawy, con Perotti a comporre il tridente assieme a Dzeko e Schick. Col 4-2-4, invece, il sacrificato sarebbe Strootman, con De Rossi e Nainggolan al centro. Dietro nessuna sorpresa: giocheranno Alisson in porta, poi Florenzi, Fazio, Manolas e Kolarov.