Parole chiare e sincere, forse troppo. Di sicuro poco diplomatiche verso la società e i calciatori. Un messaggio quasi disperato. La Roma ha conquistato tre punti nelle ultime cinque partite, ha vinto una partita nelle ultime otto (Coppa Italia compresa) e Dzeko resta in vendita.
Di Francesco è stato un po’ Garcia nella descrizione di un club che deve vendere prima di comprare e promette più di quello che può mantenere. Il motivo che ha portato alla fuga di Spalletti. «La cessione di un big a gennaio? Obiettivamente non conosco la situazione delle casse. È solo in questo periodo che ho saputo di una possibilità del genere. Gli allenatori devono essere pronti a tutto, ma quello di cui stiamo parlando non è ancora accaduto. Magari è un discorso che possiamo riprendere più avanti. Se ci saranno cessioni è per il fair play finanziario e non lo devo spiegare io, ma la società. Rinforzi? Ho chiesto Messi, ma mi hanno detto che non è possibile. Scherzo, naturalmente. Non faccio i conti in tasca alla società, le risposte più adeguate le deve dare il direttore (Monchi; ndr), che tornerà a parlare. Dzeko ce l’ho ancora a disposizione e lo userò fino a che sarà a Roma. Spero di averlo fino a fine stagione. Per il resto faccio il mio lavoro, sperando di farlo al meglio. Punto e basta. Mi sono state dette cose chiare: o accetti o fai un altro discorso e te ne torni a casa. Io sono qui perché ho scelto di allenare la Roma anche nelle difficoltà e questo è, obiettivamente, un momento di difficoltà».
Di Francesco è stato un po’ Zeman parlando dei doveri dei giocatori. Il boemo aveva detto che a Trigoria non esistono regole. «La settimana di vacanza ha creato molti problemi. La prossima volta saranno fatte altre valutazioni, perché qualcosa non ha funzionato. Magari non c’è stata attenzione da parte di tutti in determinate situazioni e questo ci deve far riflettere per il futuro. Fino a quando ho potuto fare turnover la squadra ha retto e ha fatto molto meglio di adesso che ho potuto cambiare meno». Stasera all’Olimpico si rischiano record negativo di presenze (meno di 30 mila) e contestazione. Dirigenti e giocatori come hanno preso il discorso di Di Francesco?