I giorni passano e la crisi si allunga sempre più. Il termine non è esagerato, lo ha usato anche Di Francesco nell’ultima conferenza stampa. La Roma non sa più vincere, non ci riesce da un mese e mezzo e la classifica ora obbliga la squadra giallorossa a rincorrere: la Lazio è rimasta con cinque punti di vantaggio, l’Inter è salita a tre. Tre squadre si giocano due posti in Champions League, per la Roma è un obiettivo fondamentale per programmare la prossima stagione. La Roma americana ha partecipato a tre delle ultime quattro edizioni della Champions, compresa quella attuale, restando fuori nella passata stagione dopo essere stata eliminata dal Porto. Il quinto posto attuale va assolutamente migliorato.
I DUBBI DI PALLOTTA – I dirigenti giallorossi a oggi non si pongono un problema allenatore, anche se da Boston Pallotta non sa trovare una spiegazione all’eclissi della squadra, dopo il magnifico rendimento di ottobre e novembre. Monchi, il direttore sportivo scelto la scorsa primavera, ha avuto ampia delega sulla questione tecnica. E’ lui che ha scelto l’allenatore, è lui che lo sostiene in questo momento di difficoltà. A lui gli altri dirigenti hanno a dato il compito di gestire la crisi, affiancando l’allenatore e parlando con i giocatori, dai quali la società si sarebbe aspettata altre risposte, dopo il discorso fatto da Monchi all’inizio dell’anno nello spogliatoio. A Trigoria il discorso fatto da Di Francesco alla vigilia della partita contro la Samp ha creato sorpresa e imbarazzo tra i dirigenti. «Non mi aspettavo cessioni. Non conoscevo i conti della società». Ma l’allenatore ha solo rappresentato la realtà. Un discorso simile lo aveva fatto Monchi subito dopo la sconfitta contro l’Atalanta. Sono due professionisti che devono prendere atto della situazione societaria. L’hanno accettata quando hanno firmato il contratto e l’hanno conosciuta meglio strada facendo. I dirigenti della Roma sono convinti che Di Francesco abbia le qualità umane, tecniche, caratteriali per riportare la squadra all’altezza dei traguardi che le competono. E’ convinto di farcela anche l’allenatore, che non si lascia condizionare dai sussurri dell’ambiente, che vorrebbero i giocatori sfiduciati e non più disponibili a seguirlo come all’inizio. Di Francesco ritiene che non ci sia questo pericolo. Se lo avesse avvertito se ne sarebbe andato. I giocatori sbagliano tanto sotto porta, è questo il problema da risolvere. E per fortuna tra due giorni termina il mercato. Per la Roma è stato un problema. Tanti agenti, emissari, mediatori si sono mossi, creando aspettative esagerate e distrazioni tra i giocatori. Il fatto che la Roma aveva bisogno di vendere ha autorizzato molti operatori a muoversi e questo ha condizionato il lavoro di Di Francesco. Addirittura Skorupski è uno dei giocatori che ha fatto pressioni per andare via, ma come lui anche altri e questo non ha permesso di lavorare con la dovuta concentrazione.
BILANCIO A FINE STAGIONE – La società cercherà di creare tutte le condizioni necessarie per aiutare l’allenatore a ripartire e le valutazioni verranno fatte a ne stagione, in base ai risultati raggiunti. La qualificazione per la Champions è di fondamentale importanza per programmare il futuro, per la conferma di Di Francesco ma anche di Monchi. Ora, però, bisogna gestire la crisi.