Sembrava di essere ai Castelli, invece che a Londra. La Roma ha giocato in casa, si è sentita a casa. La ricorderemo come l’invasione di Stamford Bridge. Forse non è solo un caso se la squadra abbia sprigionato nel secondo tempo tutto il proprio potenziale. Attaccava a favore di vento, con il sole all’orizzonte che indicava la strada. Guardando quella Curva là, osservando quei 2.300 tifosi che cantavano senza sosta e senza tregua, anche i giocatori si sono resi conto che si doveva attaccare senza paura. E i risultati si sono visti in quel toccante abbraccio collettivo, con Edin Dzeko sotto il settore giallorosso e gli steward che cercavano di separare una squadra che si stava congiungendo quasi carnalmente alla gente. Di Francesco confessa di essersi emozionato: «E’ stato impressionante vedere questo tifo, in questo stadio splendido senza barriere: sono stati pazzeschi e anche la squadra ne ha sentito l’apporto, offrendo una prestazione di carattere e personalità».
INCESSANTE – Erano sistemati nello spicchio a sinistra della tribuna centrale, a pochi passi da dove Dzeko ha spappolato la difesa del Chelsea. Hanno cominciato a riempire i due anelli del settore ospiti di Stamford Bridge due ore prima della partita, scaldandosi con i cori e soprattutto il motivetto più trendy del momento: «Voglio solo star con te», nato in Curva Sud e sempre più diffuso. Gli inglesi, che pure erano quasi 40.000, hanno assistito quasi in silenzio a uno show canoro suggestivo, accettando di sonnecchiare in attesa che Hazard li svegliasse con i gol. Anche loro sembravano sorpresi di una controparte così vivace.
INCIDENTI – Purtroppo in una serata di festa quasi globale, con romanisti venuti da tutta Europa per assistere al gala londinese, ci sono anche delle notizie poco gratificanti: la prima arriva dai dintorni dello stadio. Dove c’è stata qualche scaramuccia tra tifoserie sedata dalla polizia. Secondo la stampa britannica è stata anche arrestata una persona. Non trovano riscontri invece le testimonianze di alcuni tifosi romanisti che raccontano di essere stati aggrediti in un aeroporto di Londra da “colleghi” napoletani che tornavano da Manchester. Sicuri invece, e pessimi, gli ululati razzisti contro Antonio Rüdiger, che fino a pochi mesi fa tra l’altro giocava nella Roma. Per fortuna la maggioranza della curva romanista si è dissociata fischiando in blocco l’idiozia. Si vince anche così, con messaggi di passione e civiltà. Evviva.