Una furia. James Pallotta è letteralmente fuori di sé. Ha visto la partita in televisione nella sua villa alle porte di Boston, non si aspettava una nuova figuraccia all’Olimpico, non capisce proprio l’atteggiamento dimostrato dalla squadra contro il Milan. Chi lo ha sentito a caldo riferisce di frasi irripetibili pronunciate all’indirizzo della Roma. Tutta la Roma. Da anni non era così arrabbiato e imbarazzato, per la precisione dai tempi della sconfitta in Coppa Italia con lo Spezia che determinò, sia pure in differita, l’esonero di Rudi Garcia.
AVANTI – Il futuro di Eusebio Di Francesco per adesso non è in discussione, perché Pallotta ha fiducia nel suo allenatore e soprattutto in Franco Baldini che come consulente gliel’ha segnalato. Lo stesso Monchi parla sempre bene del tecnico e non vuole cadere nella tentazione di un cambio, tantomeno in corsa. Ma certo la Roma deve cambiare rotta in fretta, alle pendici di un altro ciclo complicato: sabato giocherà al San Paolo con il Napoli, poi in casa con il Torino e appena dopo il ritorno contro lo Shakhtar. Non si può più sbagliare, dopo cinque sconfitte stagionali all’Olimpico, visto che il club per ragioni di fair play finanziario rischierebbe un gravissimo ridimensionamento in caso di mancata partecipazione alla prossima Champions League.
CONVOCAZIONE – Capita quindi nel momento giusto il viaggio di Monchi a Boston. La trasferta era già programmata con il volo Alitalia di oggi pomeriggio diretto negli Usa. Ma a questo punto diventerà un’occasione di confronto forte sui problemi della squadra, oltre che sulle esigenze del bilancio da rimpinguare entro il 30 giugno per non fallire il break-even pattuito con l’Uefa. Gandini e Baldissoni non erano dati in partenza con Monchi, ma a questo punto non è escluso che possano salire sull’aereo per un incontro plenario con il presidente. Il diesse comunque tornerà a Roma giovedì.
RIVALITA’ – E’ incredibile come la Roma sia nuovamente piombata nel proprio disagio. Fino all’intervallo di Kharkiv sembrava una squadra brillante e autorevole, mentre ieri si è liquefatta al cospetto del Milan senza praticamente mai tirare in porta. Pallotta è infuriato perché si è sentito tradito e chiederà spiegazioni al management italo-spagnolo. In un momento di tensione con la tifoseria organizzata, che lo contesta ad ogni occasione per le sue prese di posizione sulla sicurezza negli stadi, sperava che la crisi tecnica fosse stata superata. Invece l’avvilente domenica di ieri lo ha portato ad ampie riflessioni che mai avrebbe voluto (ri)vivere. Specie per mano del Milan, che Pallotta aveva punzecchiato con sarcasmo in estate per i movimenti di politica finanziaria.