Adesso resta solo il sogno del campionato per provare a vincere qualcosa. Un sogno complicato, difficile, per qualcuno anche utopistico. Di certo, però, c’è che da ieri il futuro di Luciano Spalletti è ancora un po’ più lontano di prima dalla Roma. Perché pure il secondo trofeo, dopo l’Europa League col Lione, è sfumato così, nel niente. E le possibilità di vincere qualcosa si sono assottigliate. E di molto.
IL FUTURO – «Io non ho messo nelle mani di nessuno il mio destino, ce l’ho in mano solo io perché è mio – dice alla fine Spalletti –. Nel peggiore dei casi, l’ho messo in mano ai miei calciatori. Se si pensa che dobbiamo vincere perché siamo forti, poi bisogna prendersi le proprie responsabilità. Ma ora c’è un altro traguardo, le partite di campionato che mancano e la straordinaria posizione di classifica in cui ci troviamo. Lo scorso anno quando sono arrivato eravamo a -12 dal Napoli, adesso siamo con loro a cercare di ridurre la distanza dalla Juve. Il mio futuro? Non è il momento di parlarne». Già, anche se poi è una delle chiavi per il finale di stagione. «Io sono stato al gioco che siamo fortissimi – continua il tecnico –, quindi se non vinciamo, qualcosa deve succedere. Con il Lione si poteva andare avanti e anche con la Lazio non abbiamo avuto la personalità che dovevamo avere negli episodi chiave. Perché è successo? Evidentemente anche io ho delle responsabilità». E un po’ come col Lione, la vittoria lascia l’amaro in bocca: «La qualificazione l’abbiamo persa all’andata, quando abbiamo preso il 2° gol. Diciamo che l’equilibrio e la testa sono mancati nei momenti chiave».
L’ANALISI – Spalletti sperava che il ritorno della Curva Sud potesse dare un’energia in più alla sua Roma, per provare a centrare quella che già in partenza sembrava un’impresa. E invece neanche il ritorno della parte calda del tifo è servito, a fare la differenza è stata la partita a scacchi tra il tecnico giallorosso e Simone Inzaghi. «Ma in generale abbiamo fatto bene, il problema è che se parti sotto di 2 gol devi essere pronto a capitalizzare tutto quello che ti capita. Noi invece non siamo stati prontissimi, avessimo sfruttato quelle occasioni sarebbe stata tutta altra partita. E invece la prima volta che sono venuti giù ci hanno fatto gol. Poi diventa difficile, c’è il rischio di perdere la testa, di pressare male. E di lasciare spazi agli avversari, come in occasione del gol di Immobile. Ecco quelle sono ingenuità che non dobbiamo commettere».
IL CAMPIONATO – E allora ora bisognerà capire soprattutto quale sarà il contraccolpo a livello psicologico: «Vedremo, si tratta ora solo di lavorare e far scorrere il tempo – dice ancora Spalletti –. La sconfitta ci dispiace, sono deluso, non possiamo modificare il passato, dobbiamo essere attenti a programmare il futuro. Ora dobbiamo portare avanti questa classifica fino in fondo. Lo scudetto? Se lo chiedi ai giocatori loro ti dicono di sì, ma poi bisogna pensare ad altre cose, a programmare. Dobbiamo prendere atto di quello che è il verdetto del campo e fare un’analisi corretta. Abbiamo fatto grandi numeri, ma anche sbagliato due appuntamenti importanti. In questa sfida siamo stati condizionati dalla partita d’andata, il primo gol ha cambiato la psicologia della partita».